Dalla cittá di Santa Cruz molti di essi furono condotti alla fazenda chiamata “Santana” nelle prossimita di “Ibaraçu”; gia propietá del Conde Déu e all’epoca appartenente alla famiglia Guaraná il cui sig. Pietro Tabacchi era fattore .
Dalla fazenda Santana, dopo pochi mesi per diverse ragioni, ma principalmente per malattie e pessime condizioni di vita in cui erano sottoposte, molte di queste famiglie si rivoltarono e fuggirono, andando alla ricerca di di qualche altro posto in cui la loro sorte non fosse tanto ingrata.
Un coragioso gruppo di questi fuggitivi con le respettive famiglie dopo lungo e penoso camino, inoltrandosi nella macchia della valle del fiume Timbui, giunsero nel 1874 nel punto dove oggi é la bella e incantevole cittá di Santa Teresa.
Componevano questo pugno di veri coragiosi bandeirantes i sigri. Paolo Casoti, Francesco Bassetti, Sebastiano Zamprogno, Bernardo Comper , Lazero Tonini, Annibale Lazero, Giuseppe Paoli, Daniele Palauno, e Abramo Zurlo. Questi e le loro famiglie furono i primi emigranti a calpestare la terra del nostro municipio.
Dopo qualche tempo che queste famiglie erano insediate qui, nel 1875, essendo ufficialmente iniziata la colonizzazione della terra con il nucleo coloniale “Antonio Prado e Bocaiuva” oggi municipio di Santa Teresa, giunsero altre numerose famiglie .
Fu cosi che il 9 Maggio 1875 dopo un lungo viaggio attraversando l’acqua dell’immenso Oceano Atlantico, giungeva nella baia di Guanabara la nave a vapore Francese “Rivadavia” portando nella sua capiente stiva una grande quantitá di emigranti, tutti Trentini. Dopo pochi giorni di permanenza a Rio de Janeiro con un altro vapore giunsero a Vitoria il 31 dello stesso mese .
Qualche giorno dopo, riforniti di cibo e attrezzi di lavoro, inbarcati su delle canoe , cominciarono a risalire il fiume Santa Maria fino al luogo dove oggi sorge la cittá di Santa Leopoldina. Da qui si incamminarono salendo verso le terre di un certo Aurelio de Alverenga Rosa (Serra do Alverenga) dove c’érano due baracche coperte di paglia appositamente preparate per accogliere gli emigranti di passaggio, da questo luogo continuarono dentro la selva dove ad indicargli il camino era un sentiero appena tracciato nella boscaglia. Sotto la direzione di un signore tedesco dal nome João Simão tutti gli uomini erano occupati per aprire la via che li avrebbe portati nella terra santaterenese. Nel frattempo lungo gli argini del fiune Timbui il vice direttore generale dalla colonizzazione , agrimensor Franz Von Lipes , procedeva alla misurazione e divisione dei lotti di terreno che sarebbero stati assegnati alle bracce straniere che stavano per arrivare.
Aperto il passaggio e giunti a destinazione fu lo stesso sig. Von Lipes che solennemente tramite sorteggio diede ad ogni famiglia la sua parte di terra, questo avvenne esattamente il giorno 26 di Giugno del 1875.
Tra le famiglie che in questa occasione ricevettero la terra si possono annoverare : Virgilo Lambert, Antonio Lambert, Fedeli Martinelli, Andrea Martinelli , Felippo Bortolini, Eugenio Cuel, Lorenzo Dalprá, Paolo Paoli, Giovani Baptista Paoli, Pietro Margon, Giovani Angeli, Cirilo Belumat, David Casteluber, Mateo Dalprá , Giorgio Martinelli , Giorgio Gasperazzo, Massimo Gasperazzo, Domenico Gasperazzo, Domenico Coser, Antonio Coser , Giovani Broseghini, Alessandro Fellipi, Caleste Rosa, Pietro Costa, Giuseppe Dallappicola, Paolo Montibeller, Luigi Zotelle, Pietro Postai, Lazero Andreata, Francesco Rover, Tonaso Armelini, Giacomo Passamani, Pietro Rasselle, Giuseppe Margon, Paolo Zotele, Antonio Zanetti, Baldassari Zonta, Pietro Valandro, Luigi Tomazzeli, Pietro Lenzi, Adone Avancini, Giovani Moschen, Emilio Moschen, Enrico Paoli, Pietro Avancini, Giuseppe Bortolini, Daniele Mer, Glacinto Felipi, Domenico Montibeller, Albano Scalzer, Lorenzo Margon, Aonile Mosmago, Agelo Margon , Antonio Margon.
All’inizio dell’anno seguente, il 1876 un altro Vapore Francese, il “Fenelon” affondava l’ancora nel porto di Vitoria per sbarcare un nuovo gruppo di emigranti. Tra le altre famiglie che giunsero nella regione c’erano: Domenico Broilo, Fortunato Broilo, Giuseppe Corteletti, Giovani Carlini, Domenico Fracalossi, Domenico Tamanini, Daniele Rizzi, Anselmo Frizzera Domenico Taffner , Tomazo Briddi, Antonio Perini e Antonio Roatti.
Alla fine del 1876 giungeva finalmente il “Culumbia ” la prima nave Italiana al servizio degli emigranti destinati a Santa Taresa, partivano direttamente da Genova con destinazione Rio de Janeiro. Dall’antica capitale i passegeri venivano traghettati su altre imbarcazioni che li portavano poi a Vitoria. Grande fu il numero di emigranti che giunsero con essa, tutti provenienti dal Veneto e dalla Lombardia. Appena sbarcati proseguivano subito verso il nostro municipio dove giunsero nel mese di novembre .
Componevano questo gruppo di emigranti numerose famiglie e tra queste quelle di: Andrea Gasparini, Gionani Baptista Rossi, Augusto Bolognini, Ferdinando Giugni, Baptista Luppi Giovani Zanca , Luigi Pasolini, Emiliano Ferrari, Luigi Guaitolini, Sebastiano Toresani, Caetano Silingardi, Angelo Aleprandi, Gionani Lilli, Domenico Meloti, Giuseppe Rondelli, Luigi Pretti, Pietro Ferrari, Carlo Có, Antonio Có , Fedeli Garosi, Augusto Garosi, Giuseppe Benedusi, Angelo Armani, Biaggio Graziotti, Alessandro Bonatto , Luigi Bianchi, , Giuseppe Simonassi, Michele Fritolle, Giuseppe Regatieri, Enrico Gerchi, Basilio Costa, Angelo Guerra, Giacomo Maestrini , Biaggio Ferrari, Giovanni Dalmaschio, Angelo Possati, Enrico Dalcolmune, Michele Gastaldi, Celeste Rosa, Filippo Vigano, Abramo Cagliari, Santo Storari, Ferdinando Zampieri, Luigi Bason, Vitorio Gasparini, Francesco Pitol, Luigi Luppi, Giacomo Ferrari.
In questa modo con l’arrivo di questa ultima spedizione, aveva inizio ufficialmente il popolamento e la colonizzazione del suolo di Santa Teresa.
Di conseguensa veniva posta nella foresta vergine di quella terra, piú tardi immortalata da Graça Aranha, la pietra iniziale di una nuova indistruttibile civilizzazione. Indistruttibile perche oltre ad essere costruita con sofferenza sacrificio e lacrime aveva come base fondamentale la pietra indistruttibile della Fede.
É anche vero che negli anni successivi molte altre famiglie di emigranti si aggiunsero ai primi, apportando un immenso ed innestimabile aiuto al completamento dell’opera grandiosa iniziata dai primi pionieri di questa grandiosa epopea cosi come la storia ci dice dobbiamo quello che noi siamo, e dove si localizza il monicipio, l’inizio della sua gloriosa esistenza.
Elvidio Zamprogno