L’incontro diplomatico si e’ svolto con il primo contatto rappresentato da certa Sig.ra Bertha Amelia Barandiaran Gulez, con la quale ci siamo intrattenuti in un cordiale colloquio in quella che doveva essere casa sua, ma che in realta’ era una sala giochi frequentata da loschi figuri in una zona altrettanto malfamata e pericolosa, anche se la Bertha ci tranquillizza dicendoci che con lei non si corre alcun rischio.
E’ una veggente e prevede il futuro… ha promesso che ci fara’ avere le sue previsioni sulle prossime catastrofi che riguarderanno l’Italia gia’ a partire dal prossimo anno, ci ha mostrato una bozza con indicate le localita’ d’Italia che verranno colpite… i nomi delle citta’ li ha trovati sul suo “atlas” e dice di avere scritto questa bozza in stato di trance… dove siamo finiti penso io!!! Ma a parte queste baggianate e fatti i debiti scongiuri, ci porta da un poliziotto suo amico, certo Sergio Quispe, qualifica Sot3 Pnp (?), che lavora al commissariato Monserrat. Il policia come si dica qua e’ di guardia ad un palo, secondo me… poi ho scoperto che dietro al palo si intravede un ingresso forse di una fabbrica. Quindi probabilmente e’ di guardia alla fabbrica. La signora Bertha si congeda dicendoci che se ci fossero problemi per la casa di Huanuco del primo presidente del Peru’ Gen. Prado… potremo rivolgerci al suo conoscente certo Walter Menchola dell’esecutivo del congresso e ci da il numero di telefono della segretaria sig.ra Lucia.
E’ stata una serata un poco strana… in un luogo probabilmente molto a rischio per due gringos, ma ci siamo fidati ed e’ andata bene. Sergio conosce certo Oscar Perez del Rimac, un altro policia. Appuntamento per il giorno dopo fuori dal commissariato Monserrat. Il giorno dopo ad attenderci c’e’ sia Sergio in alta uniforme che Oscar, in borghese. Sergio ci ha tenuto a precisare che la sera prima era di guardia in quello strano posto per arrotondare lo stipendio, che in polizia dice essere di soli 600 soles mensili… io non ci credo! Comunque i due attendono ora che arrivi il loro capitano a bordo del fuoristrada della polizia e ci fanno salire con loro, tutti insieme arriviamo in una zona un po’ fuori mano e la macchina con l’insolito quintetto si ferma davanti ad un insolito bar. Tutta questa messa in scena secondo me e’ stato fatta solo per acquistare un po’ di credibilita’… ma sappiamo bene come si muove la polizia da queste parti, per cui facciamo buon viso a cattivo gioco. Nel bar, dopo le presentazioni, Oscar ha preso visione della pratica e, senza esitazione ci chiede 300 dollari entro subito, che abbiamo tradotto in 900 soles, prelevati dal bancomat che abbiamo raggiunto velocemente col mototaxi. In un secondo tempo avremmo dovuto fornirgli l’originale del libretto di circolazione della moto. Ci spiega che i 900 soles non sarebbero stati per chi fisicamente forse potra’ far uscire la moto, ma per i suoi scagnozzi che avrebbero dovuto sottoporre la questione a lui… lui e’ sempre il signore del cielo e della terra, quello che decide del futuro di ogni cosa che entra in Peru’, o almeno che cerca di entrare in Peru’. Addirittura il capo di quel famoso Roberto Torres, che fino ad ora pensavo fosse il padrone di tutte le merci in transito per il Peru’, addirittura il capo dei capi si direbbe da noi per identificare la statura di un boss.
Probabilmente penso io, tra polizia e dogana ci sono tali e tanti scambi di favori che un motorino puo’ rappresentare un giusto riconoscimento per chissa’ quale futuro tornaconto o scambio, anche di poco conto. Ci spiega inoltre, che se dovesse andar male il primo tentativo presso la dogana, ci sarebbe stato il secondo col quale avrebbe addirittura modificato la data di fabbricazione del motociclo, attraverso timbri della polizia, per farlo rientrare nei 5 anni previsti dalla legge doganale. Commentando questa sua idea luminosa e sorridendomi compiaciuto, il policia Oscar dice che il Peru’ e’ il paese delle meraviglie! Sorride ancora, come ad intendere che anche se noi crediamo di aver visto tutto… il bello deve ancora venire. Stretta di mano e appuntamento a martedi ore 11 per la sentenza, con l’assicurazione che, se la cosa non fosse andata in porto ci avrebbe restituito i quattrini… Personalmente credo poco sia alla prima che alla seconda ipotesi, ma a questo punto ce la siamo giocata lo stesso. La cosa diventa urgente perche’ il verbale con il quale la dogana ci dava parere sfavorevole all’ingresso della moto perche’ vecchia di dieci anni e’ datato 2 aprile e, trascorsi trenta giorni senza altre comunicazioni o interventi, la moto va in asta, asta alla quale non puo’ partecipare la proprieta’… Peru’ meraviglioso!!!
C’e’ un lungo weekend davanti a noi e, per imbrogliare l’attesa decidiamo di ritornare a Huanuco per vedere come procedono i lavori di ristrutturazione del tetto e andiamo cosi’ alla Bahia Continental a reclamare il viaggio a/r gratis, che ci aveva autorizzato il capo della banda della compagnia di autobus circa un mese e mezzo prima. Questo perche’ era capitato che durante l’ultimo viaggio di ritorno da Huanuco, viaggio durato piu’ di dieci ore, l’autobus delle autolinee Bahia Continental si era fermato per la comida a La Oroya, stazione a quasi 5000 metri che si trova lungo il percorso. Rafael ed io eravamo scesi a sgranchirci le gambe ad avevamo lasciato sul sedile la borsa di lana modello hippye anni 60 di Rafael. Dopo aver consumato una pannochia di granturco bollita a testa ed aver bevuto il solito mate di coca, siamo risaliti sul bus. E’ stato qui che, con suo grande disappunto Rafael scopre che dalla borsa manca la macchina fotografica. Primi attimi di sconforto, Rafael corre ad informare la hostess che, presa a sua volta dal panico non sa cosa fare e… decide di prendere la parola e accende il microfono. Ero proprio curioso di vedere cosa avrebbe fatto… cosi’, con ritrovata serentita’ parla a tutti i passeggeri rivolgendo loro la preghiera di voler cortesemente restituire il maltolto… Per questo in premio ci sarebbe stata la possibilita´di evitare la denuncia. Poi abbiamo scoperto che la denuncia non ci sarebbe mai stata comunque, fosse dipeso dalla compagnia. Durante tutto il resto del viaggio abbiamo meditato il da farsi, concordando sul fatto che non l’avremmo fatta passare liscia al ladro di camere. Questo fino al momento in cui il bus si e’ fermato ad un incrocio dove gia’ sostava un’auto della polizia. Rafael azzarda una corsa giu’ per le scale del bus ma prima che riesca ad arrivare alla porticina, il bus riparte e l’auto della polizia pure, in due diverse direzioni. Decidiamo cosi’ che dovevamo subito parlare comunque con qualcuno della polizia e della cosa informiamo la hostess che ci tranquillizza dicendoci che all’arrivo, dentro la stazione della societa`c’e`sempre un policia e che avremmo potuto rivolerci a lui. Ci era sembrata una buona soluzione e intanto prepariamo il piano per non far fuggire nessuno dal bus.
Concordiamo cosi’ che all’arrivo, Rafel si sarebbe precipitato fuori per primo ed avrebbe cercato ed informato il policia dell’accaduto, io mi sarei dovuto parare davanti alla porta con le mani allargate per non far scendere nessuno. Cosi’ abbiamo fatto e ce la siamo cavata benissimo. Il polizia con grande professionalita’ ha esaminato scrupolosamente i bagagli di tutti quanti, nessuno escluso. Sacchetti di plastica, scatoloni di patate, sacchi di roba strana, cosa non sale su questi autobus… ma della macchina fotografica nulla! Decido che la cosa non puo’ finire qui, che la compagnia di bus e’ responsabile di cio’ che avviene durante il tragitto, furti compresi ed informo Rafael dei suoi diritti, per cui deve obbligatoriamente procedere con una denuncia! Sinceramente ero convinto al 90% di cio’, ma tanto e’ bastato perche’ Rafel andasse a proporre la cosa al boss nel suo ufficio, mentre io facevo da guardia ai nostri bagagli. All’arrivo da questi viaggi c’e’ sempre un mare di gente, viaggiatori, gente in attesa, amici e parenti che si abbracciano e qualcuno che piange, i bambini che fanno baccano, qualche cane che scappa dopo aver rubato anche lui qualcosa da mangiare. Dopo circa una mezz’ora torna Rafael un po’ deluso e mi racconta che il capo, pur costernato dall’accaduto non puo’ fare gran che e per tutto risarcimento gli ha regalato un passaggio andata e ritorno da Huanuco, aveva in mano un biglietto da visita con uno scarabocchio e una firma. Questo cio’ che aveva ottenuto. Non contento cerco di convincerlo a fare regolare denuncia, ma lui era ormai sconsolato ed era convinto che non si sarebbe risolto nulla in ogni caso e cosi’ prendiamo un taxi per farci portare a casa. Eppure il policia aveva fatto un buon lavoro… ero personalmente vicino a lui nell’opera di perquisizione di ogni singolo bagaglio. Rafael, che nel trambusto si era trovato su al secondo piano dell’autobus nel momento in cui saliva il policia, non essendosi reso conto che c’ero gia’ io a controllare, si era letteralmente buttato dal finestrino con un volo pauroso di circa tre metri, per portarsi vicino al policia. Folle! Ma c’era qualcosa che mi sfuggiva in tutta l’operazione e non so come mai ero ottimista, lo dicevo al mio amico, che ho salutato all’arrivo davanti al suo albergo. Il tempo di arrivare al mio e di salire in camera mi telefona Rafael per dirmi che la macchina fotografica l’aveva trovata. Era nello zainetto a mano in fondo a tutta la roba. Me lo sentivo… A La Oroya durante la sosta e la discesa dei passeggeri, avevo notato la hostess che e’ sempre stata davanti alla porta a controllare il via vai, anche perche’ durante queste soste i contadini, i campesiños e anche qualche mendicante cercano di infilarsi per vendere o peggio…
Quindi questa la ragione del diritto ad un passaggio gratis ed io, in veste di accompagnatore e testimone, ad uno sconto non meglio precisato. E cosi’ con soli 35 soles e altre 10 ore di bus siamo partiti per Huanuco. Solito alberghetto dal quale si gode lo splendido panorama del cerro San Cristobal dal quale svetta la croce di cemento alta quasi 10 metri costruita dal nostro amico Gian. Abbiamo preso visione dello stato d’avanzamento dei lavori e ci siamo ripostai per il resto dei due giorni. L’unica cosa degna di nota e’ stata la visita all’asilo del paese ed ai padri monfortani tanto gentili. Abbiamo fatto l’opera buona di restituire le braccia di una statua che Padre Francesco aveva affidato alle cure di Gian, ma che il trasportatore incautamente aveva rotto. La statua della chieda di Huanuco da oggi ha due dita in meno. Viaggio di rientro notturno con tutti i comfort.
Come d’accordo il martedi abbiamo raggiunto il polizia Oscar al comando per avere la risposta, ma ci racconta che, nonostante le lunghe trattative… ancora non ci puo’ assicurare nulla. Oscar, che si e’ presentato questa volta lui in alta uniforme, non ha ancora notizie. Si dovra incontrare anche domani con il capo dei capi della dogana, come detto e poi ci convochera’… cosi’ di rimando in rimando la cosa si e’ protratta fino alla fine del mese, poi il primo maggio che e’ la festa dei lavoratori, poi sabato e tutto si rimanda a lunedi’ giorno 4, ma molto probabilmente slittera’ di altri giorni ancora… Cosi’ ho pensato oggi di rivolgerni a chi mi legge per una domanda. Coloro che non hanno letto i precedenti miei appunti di viaggio potranno trovarli su: www.mantovaninelmondo.eu ,
www.peruanita.org,
www.lombardinelmondo.org, con i miei ringraziamenti all’amico Daniele Marconcini al web master Pietro Liberati e Patrizia Marcheselli.
Dicevo, una questione sapendo che:
– Tutto il materiale originariamente contenuto nel container, ora finalmente sbloccato dopo mesi di tribolazioni quotidiane, e’ frutto di donazioni (apparecchiature per la costruzione di protesi donateci dall’Inail di Budrio, vestiti usati, presidi medici, giocattoli, materiale didattico, computer, farmaci da banco, pannolini ecc…).
– Il container e’ stato spedito a spese dell’associazione.
– Che l’ultimo oggetto ancora bloccato in dogana da oltre cinque mesi e’ il motorino del mio amico Gianfranco, il suo personale, che ha deciso di portare in Peru’ per percorrere certi sentieri impervi che portano alle abitazioni dei disabili, regolarmente bisognosi di cure…
– Che quale estremo tentativo abbiamo coinvolto due poliziotti dalla faccia pulita, indignati dal fatto che il loro paese non permettesse l’ingresso di una moto, che sarebbe stata utilizzata unicamente per scopi umanitari.
– Che questi due poliziotti ci sono stati presentati da una persona che ci raccontava di aver trascorso il piu’ bel giorno della sua vita quando gli fu affidata Yachy per poche ore…(Yacky e’ la piccola senza arti superiori che e’ stata ospite in Italia dell’Inail di Budrio per l’applicazione delle sue prime protesi vedi
http://www.scalve.it/stampa/stampaLocale2007/ARABERARA29giugno07-01.htm), a questa signora il ricordo di quelle ore faceva brillare una lacrimuccia… La domanda e’ quasi una scommessa: Questo motorino entrera’ in Peru’?
Cio’ che ci auguriamo tutti lo so, ma mi piacerebbe conoscere il vostro pensiero al riguardo. Rispondero’ a tutti. Grazie.
Un abbraccio. Ferruccio
Ferruccio Brambilla
Via Lomellina, 25
20133 Milano Tel +39 348 8279 062