Rientrate dopo 72 anni le spoglie di Egidio Rodolfo Forcellini, caduto in Spagna nel 1938
A Roverbella (Mantova) nella giornata di domenica 17 gennaio 2010, hanno fatto rientro le spoglie di Egidio Rodolfo Forcellini, caduto nel conflitto spagnolo il 30 marzo del 1938, all’età di 49 anni. Il rimpatrio è stato reso possibile grazie alla modifica di una legge nel 1951, che ha concesso il permesso di riportare a casa gli italiani che erano tumulati nel Sacrario di Saragozza. Il Comune, insieme alle Associazioni combattentistiche e d’arma, hanno accolto il concittadino, esaudendo un desiderio dei nipoti Egidio e Maria Rita e della stessa nuora Roberta.
Il sindaco Giuseppe Amadori ha tenuto un breve discorso celebrativo, affiancato dal ricordo commosso del nipote Egidio. Dopo la messa in suffragio del caduto , le spoglie sono state deposte nella tomba di famiglia, dove riposa anche la moglie, Maria Brusini.
Nel dicembre 1936 arrivarono per prime in Spagna 3000 camicie nere, avanguardia di tutti quei volontari che andranno poi a costituire il C.T.V. (Corpo Truppe Volontarie). Questi volontari, sia che fossero dei richiamati, con la mira di un posto di lavoro a fine conflitto, che fossero militari di ferma con prospettive di carriera, escluso gli alti ufficiali comandati, vissero l’avventura spagnola come esaltazione del valore romano e mediterraneo nell’impero appena costituito. Si disse che l’occhio di Mussolini guardasse all’Oceano come quello di Hitler all’orso sovietico, mentre più prosaicamente si può dire che questi cercava di avere il fianco sud coperto da nazioni non nemiche e noi di sfogare una crisi interna al regime che aveva portato gli oppositori a dire ” Oggi in Spagna domani in Italia”. Agli inizi del 1937 il contingente assommava a 19.800 soldati della divisione Littorio, comandata dal bersagliere Annibale Bergonzoli e 29.000 camicie nere (3 divisioni della milizia). Molti uomini erano richiamati delle classi del 1911/12, oltre quindi i trentanni, e volontari stagionati o di partito in cerca dell’ultima occasione di successo. Qualcuno disse che erano partiti anche dei galeotti, ma di questo non v’è traccia. La destinazione della Spagna per molti fu una sorpresa, poiché si erano offerti per i battaglioni lavoratori d’Africa. Il 18 marzo contrariamente al volere di Franco, l’intero corpo italiano si trovava schierato a Guadalajara fronteggiando le brigate internazionali e principalmente l’italiana Garibaldi. L’esito degli scontri non portò allo sfondamento del fronte, rafforzando la posizione dei repubblicani che ne approfittarono per cantare vittoria. Sono 236 le località spagnole dove ci furono caduti italiani: 3414 morti, 150 deceduti in Italia, 232 dispersi, 547 italiani morti dalla parte dei repubblicani, di cui 22 sono sepolti nella Torre di Saragozza, mausoleo dedicato, come afferma la dedica incisa sull’arco della torre “L’Italia a tutti i suoi caduti in Spagna”.
Fonti :
http://digilander.libero.it/fiammecremisi/dopoguerra1/spagna.htm e Gazzetta di Mantova del 17/01/2010