MILANO. Un piano pandemico per monitorare e gestire le infezioni; laboratori tra i migliori a livello nazionale per capire se il contagio è avvenuto o meno e, soprattutto, una stretta collaborazione con il Messico, nazione che per prima si è trovata a gestire e arginare l’emergenza. Sono le armi che la Regione Lombardia, unica in Italia, ha preparato per far fronte a un’eventuale pandemia da virus H1N1, il patogeno della nuova influenza.
Il nucleo di coordinamento è proprio il Piano pandemico regionale, diffuso nel 2006 (quando il pericolo era l’influenza aviaria) su indicazione del Ministero della salute e dell’Organizzazione mondiale della sanità. Il piano contiene indicazioni per le strutture sanitarie: coordina tutti i sistemi di sorveglianza e controllo in grado di evidenziare e gestire eventuali casi di malattia.
Per fare questo si basa tra l’altro su una rete di laboratori specializzati per la conferma della diagnosi: l’Ospedale Sacco di Milano (che è anche centro di riferimento contro il bioterrorismo per l’Expo 2015), l’Università degli Studi e il Policlinico San Matteo di Pavia. Gli eventuali ricoveri saranno possibili in tutte le unità di malattie infettive con letti dotati di ricambi d’aria adeguati, dislocati nelle circa 20 unità di malattie infettive lombarde.
Il piano pandemico però non ha ancora dovuto affrontare nella pratica la tanto temuta pandemia di nuova influenza. Inoltre, l’assessore regionale alla sanità Bresciani ha stretto un accordo con il ministro della sanità messicano, Ortega, per portare in Lombardia le competenze che hanno acquisito sul campo, contrastando la prima ondata di infezioni.
Il nucleo di coordinamento è proprio il Piano pandemico regionale, diffuso nel 2006 (quando il pericolo era l’influenza aviaria) su indicazione del Ministero della salute e dell’Organizzazione mondiale della sanità. Il piano contiene indicazioni per le strutture sanitarie: coordina tutti i sistemi di sorveglianza e controllo in grado di evidenziare e gestire eventuali casi di malattia.
Per fare questo si basa tra l’altro su una rete di laboratori specializzati per la conferma della diagnosi: l’Ospedale Sacco di Milano (che è anche centro di riferimento contro il bioterrorismo per l’Expo 2015), l’Università degli Studi e il Policlinico San Matteo di Pavia. Gli eventuali ricoveri saranno possibili in tutte le unità di malattie infettive con letti dotati di ricambi d’aria adeguati, dislocati nelle circa 20 unità di malattie infettive lombarde.
Il piano pandemico però non ha ancora dovuto affrontare nella pratica la tanto temuta pandemia di nuova influenza. Inoltre, l’assessore regionale alla sanità Bresciani ha stretto un accordo con il ministro della sanità messicano, Ortega, per portare in Lombardia le competenze che hanno acquisito sul campo, contrastando la prima ondata di infezioni.