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Claudio Quarenghi presidente del cenacolo dialettale ‘Al Fogoler’ intervistato da Pietro Liberati

Ho conosciuto Claudio Quarenghi durante la presentazione del libro “Al ben di nòstar vèc” che l’Associazione ha distribuito a missionari mantovani avvenuta durante la Fiera Millenaria di  Gonzaga di qualche anno fa. Rimasi colpito più che dai testi e dalla mole del lavoro di ricerca svolto insieme al coautore Franco Ferrari, dalla recitazione di alcuni brani del libro … e da allora che cerco di intervistarlo. Tra il lavoro ed i molteplici impegni reciproci fino ad oggi non c’era stata la possibilità di farlo. Un incontro casuale qualche giorno fa e finalmente possiamo parlare con relativa calma dei suoi ultimi lavori, della presidenza del Fogoler e un po’ di se stesso.

Claudio Quarenghi nasce a  Montagnana nel 1952 poi, in tenera età, si trasferisce con la famiglia nel comune di Porto Mantovano (Mantova) dove attualmente risiede. “La pasiun ad Cristo”, è l’ultima sua pubblicazione.


Claudio qual’è stata la spinta o, se ci sono state, persone che ti hanno stimolato ad interessarti del dialetto e delle tradizioni mantovane?

Per quanto riguarda la storia e le tradizioni mantovane, mi sono appassionato già in giovane età, anche per il semplice fatto che, abitavo in campagna e ho vissuto in parte quelle esperienze. Ho iniziato a scriverle dopo la scomparsa di mia nonna, la quale mi ha trasmesso i valori fondamentali delle tradizioni della mia terra.

Questa tua passione ha influito sulla tua vita, cioè ha comportato dei sacrifici e delle rinunce?

Assolutamente no, anzi è stato ed è un arricchimento, ho avuto la possibilità di conoscere persone meravigliose che hanno migliorato e arricchito la mia passione.

Hai qualche aneddoto inedito riguardo alle ricerche che hai svolto nella provincia mantovana unitamente a Franco Ferrari, poi concretizzate nel libro ” Al ben di nòstar vèc ” la cui seconda edizione, promossa e distribuita nel 2002 dall’Associazione Mantovani nel mondo, ai missionari mantovani dove ha riscosso un notevole successo anche all’estero?

Si, all’inizio l’indimenticato amico Franco, era un po’ restio a lavorare con me, mi temeva, per la mia nomea di pignolo sempre alla ricerca della perfezione nel campo della lingua dialettale. Ma rotto gli indugi, siamo entrati subito in sintonia e spesso ha rimarcato nei miei confronti, di aver lavorato benissimo e di non avere mai incontrato una persona disponibile come me, nel senso del rispetto e nel produttivo esito della stesura del libro, una esperienza meravigliosa e sicuramente positiva.

Sappiamo che sei il presidente (rieletto) del Fogolèr parlaci un pò di questa associazione …

Il Fogolèr cenacolo dialettale mantovano, è nato con l’intento di tutelare e salvaguardare la parlata mantovana, questo impegno è rimasto costante nel tempo, basti pensare la lunga storia di questo cenacolo. Nato nel settembre 1972 a tutt’ oggi continua con le sue attività. Abbiamo dato alle stampe ben 11 antologie, 2 guida pratica per aiutare a leggere e scrivere il dialetto, di cui una è una ristampa aggiornata nel 2002, 1 C.D. con le voci di tutti i soci scrittori e cantanti del gruppo e per finire la raccolta di orazioni che ben voi conoscete.

Nel 2008 hai pubblicato ‘I senter a dla memòria’, quest’anno ‘La pasiun ad Cristo’, due raccolte di poesie, per il 2010 cos’hai nel cassetto? quali i progetti futuri .?

Per il 2010 i progetti sono molti, sarei pronto per dare alle stampe; una versione aggiornata e rivisitata con l’aggiunta di nuove orazioni (circa 85) compreso le rogazioni, del Ben di nòstar vèc, una raccolta di proverbi abbinata ai mesi dell’anno, con l’aggiunta di proverbi sui santi più ricordati per ogni mese, una silloge di poesie brevi le quali seguono tematiche specifiche, sto completando una raccolta di parole dialettali, una sorta di glossario mantovano. A lungo termine sto lavorando ad altri progetti, ma per tutto questo mancano i finanziamenti e come ben sai se non ci sono soldi non si può fare nulla, speriamo di trovare persone o enti che credono nel nostro lavoro.

Un pensiero ed un saluto, magari in dialetto, rivolto ai mantovani sparsi per il mondo che leggono queste pagine ….

Poca gente sa che mio nonno Luigi emigrò in Argentina all’inizio del ‘900, a Buenos Aires nacquero mio padre e i miei zii. Un abbraccio ideale a tutti quegli italiani e in particolare ai mantovani che come mio nonno costretti ad emigrare in una terra lontana, con la speranza di migliorare le loro esistenze, mi piace pensare che tutti abbiano trovato quello che cercavano, vale a dire una vita migliore.
Vi saluto cordialmente e chissà se in un futuro ci si possa anche incontrare con alcuni di voi, “stè ben e cume as dis a dli me bandi arvedas…”. (State bene e come si dice dalle mie parti Arrivederci…) dalla lontana Mantova, vi saluta con un abbraccio Claudio Quarenghi

Grazie Claudio, ti auguriamo di poter concretizzare presto i tuoi progetti che senz’altro meritano maggior attenzione anche da parte delle istituzioni locali per salvaguardare quell’immenso patrimonio che è la cultura popolare.
Pietro Liberati

Breve curriculum di Claudio Quarenghi

L’impegno verso la lingua dialettale lo vede occupato quasi quotidianamente, con la speranza che quest’ultima non cada nel dimenticatoio della storia.