La cerimonia in onore di Hofer è iniziata con il raduno degli oltre 600 Schützen in piazza Giulia a Cittadella di Mantova, radunati in compagnie, con il gonfalone della valle a cui appartengono sono stati passati in rassegna dal comandante, maggiore Helmut Gaidaldi. In seguito hanno sfilato all’interno del parco intitolato nel 1984 all’eroe tirolese, per posizionarsi intorno al al monumento ai lui dedicato.
Durante l’omelia don Christoph Waldner, ha sottolineato che non sono le cose materiali che contano, ma che è importante, ricordando la figura di Hofer, essere in qualche modo legati e appartenere ad una certa cultura e ad una certa tradizione. Al termine della messa il capitano Wolfram Klotz ha voluto ricordare che Mantova e il Tirolo sono in qualche modo legate dalla figura di Hofer perché per lui i mantovani si erano mobilitati raccogliendo, attraverso una colletta, 5000 scudi per ottenerne la liberazione e questo gesto non è stato dimenticato dai tirolesi. Successivamente è stata eseguita una salva d’onore in memoria di Hofer dal picchetto d’onore ed è stato suonato dalla banda musicale di San Martino il brano del ‘buon camerata’. Il saluto della comunità mantovana è stato fatto anche a nome del sindaco Fiorenza Brioni, dal Presidente della Circoscrizione Nord Alessandro Campera, il quale, ha ricordato, che in occasione dei 200 anni del sacrificio di Hofer, la sua memoria deve essere conservata al di là dei confini geografici e delle contrapposizioni politiche. L’inno del ‘Land Tirol’ è stato cantato dal coro di Merano. Un’altra cerimonia si è scolta successivamente nel cortile di Palazzo D’Arco, luogo dove si svolse il processo-farsa in cui Hofer fu condannato a morte. Infatti la sentenza, secondo gli storici era già stata decisa da Napoleone. Sono intervenuti Luigi Sguaitzer, storico maestro elementare e oggi presidente della commissione cultura del Comune di Mantova, che si è augurato che l’anno prossimo in occasione del bicentenario della sua morte, Mantova ed il Tirolo ricordino degnamente il sacrificio e la figura di Hofer, e Rodolfo Signorini, accademico virgiliano e ‘Aquila d’argento del Tirolo’, che ha voluto riconoscere agli Schützen il fatto che, ancora oggi a distanza di due secoli, conservano e trasmettono ai figli il desiderio di libertà e d’identità dei loro padri, e, che, con orgoglio stringono, così come lo fece Hofer, la bandiera del Tirolo. Le celebrazione si sono concluse con l’inno tirolese cantato dal coro di Merano