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Diario di viaggio del presidente dei mantovani nel mondo in Paraguay per incontrare l’Associazione dei Lombardi

Nel febbraio scorso sono andato in Paraguay ad Asùncion con la nostra coordinatrice in America Latina, Marta Carrer, per incontrare la neonata Associazione dei Lombardi guidata da Alberto Poletti, giovane e brillante avvocato di origine lombarda, reduce da alcuni anni di specializzazione alla Università Sorbona di Parigi.  Alberto era stato ospite dell’AMM l’anno scorso per definire insieme le linee principali del futuro Statuto dell’Associazione dei Lombardi in Paraguay, secondo le normative e i principi che regolano il volontariato italiano.

Eravamo curiosi di conoscere questo Paese caratterizzato da una storia piena di passioni, di contraddizioni, di bizzarrie che fanno del Paraguay una delle nazioni più affascinanti del pianeta ma anche uno dei paesi più misteriosi e meno conosciuti. Una storia fatta da gesuiti spagnoli, da eretici anabattisti e comunità utopistiche, ma anche da nazisti in fuga, cannibali e dittatori tanto stupidi quanto longevi e feroci con una popolazione che mescola indios guaraní a spagnoli, irlandesi, tedeschi, australiani, giapponesi e italiani (1), a una natura estrema e incontaminata dove prosperano giaguari, armadilli, zanzare, pesci preistorici e piranha.

Tutto questo è stato ben raccontato, anche con un certo humour, dal famoso scrittore -viaggiatore inglese John Gimlette, alla fine degli anni ‘90, che nell’evocare l’atmosfera ora comica, più spesso tragica, ma sempre bizzarramente surreale del Paraguay, lo ha definito come “ il più grande importatore di whisky al mondo, trasformato a fine ‘800 nella ‘terra delle donne’ per avere avuto decimati tutti gli uomini da una delle guerre più cruente che la storia ricordi. Un paese i cui abitanti adorano Lady Diana e i maialini gonfiabili giunti da oltreoceano, patria d’elezione della sorella di Nietzsche, rifugio dell’Angelo di Auschwitz Mengele e che ha avuto come  ‘ imperatrice’  una concubina irlandese e che infine ha come passione nazionale la caccia ai tesori dell’mperatore. E ancora, un paese in cui sono stati svolti i lavori pubblici più grandiosi dal tempo delle piramidi, e in cui corruzione e contrabbando sono pratiche di governo, ma anche dove si chiama Scotland Yard per investigare sull’assassinio del vicepresidente.” Una nazione dove i grandi fatti della storia e i piccoli fatti della cronaca, le ossessioni, i capovolgimenti e le stranezze fanno del Paraguay un paese autenticamente esotico, dove l’unico luogo introvabile è il luogo comune.

Io del Paraguay conoscevo solo quello che mi raccontavano gli amici argentini e brasiliani. I primi sono infatti direttamente interessati per la fortissima emigrazione “paraguaya” a Buenos Aires dove si stima una presenza, forse esagerata ma non troppo,di un milione di persone, i secondi assieme agli argentini erano e sono lo sbocco naturale di enormi traffici di merce di contrabbando o contraffatta che il Paraguay ancora oggi “esporta” assieme ad altri traffici ben più criminosi., provenienti soprattutto dal Dipartimento di San Pedro e le città di Pedro Juan Caballero (nel nord est) e Ciudad del Este (est del Paese). Nel corso di una missione dell’Associazione nella città di Posadas di tre anni fa nello stato argentino di Misiones, confinante con il Paraguay, ho potuto verificare personalmente la presenza di molte attività illegali gestite dalla criminalità organizzata. Nel paese si registrano anche frequenti delitti finanziari e bancari (come truffe di vario tipo nel settore immobiliare perpetrate sovente da imprese fittizie, sottrazione indebita di fondi, ecc.). Agli uomini d’affari stranieri privi di persone di fiducia nel Paese si raccomanda sempre di contattare le proprie ambasciate, prima di stilare dei contratti.

Eppure qualcosa sta finalment e cambiando. L’ho visto immediatamente ad Asuncion dove ci ha accompagnati Alberto Poletti . Una città dove regna una certa pulizia lungo le strade, dove gli edifici governativi sono tenuti molto bene, dove vedi dei palazzi nuovi delle compagnie straniere e dove non vedi invece mendicanti o indigenti lungo le vie cittadine apparentemente calme, frequentate da gente che mi appare molto rilassata con molti mercatini improvvisati di contadini e commercianti ambulanti. E’ il Paraguay che non ti aspetti anche se qualche bizzarria ti appare immediatamente: dal nome dell’Aereoporto, intitolato a Pettirossi, (un giovane italo-paraguyano che fondò le forze aeree paraguayane) o come quell’incomprensibile groviglio fatto di fili e di collegamenti elettrici e della luce, privati e pubblici, che avvolge tutti gli edifici della città come enorme foresta pensile sopra le nostre teste. A questo occorre aggiungere un inaspettato caldo torrido, a dir poco equatoriale, che ti soffoca e ti impedisce di uscire nel pomeriggio, arrivando a temperature che superano i 40° all’ombra. Il traffico della città è molto basso e non conosce il caos delle altre città latino-americane. Non vedi tracce di vigili urbani o della polizia: solo pattuglie di militari che in assetto di guerra controllano i pochi veicoli che girano, forse in cerca di droga o di merce illegale.

Alberto, dopo aver fatto tappa in albergo, ci ha portato in un club della città, il Sajonia molto bello e fornito di piscine e campi sportivi, frequentato da tante mamme e bambini e da molti benestanti, che mi ha ricordato la nostra Canottieri a Mantova, e dove dopo aver patito un caldo pazzesco, siamo stati investiti da un violento acquazzone che, pur durando pochissimo, ha spazzato via tavoli ed ombrelloni. Successivamente siamo andati con Poletti a visitare il “Cerro Lambaré” un altissimo monumento che racchiude in sé la storia paraguayana con una enorme statua di un eroe indio guaranì con sopra su alte colonne, un insieme di statue di eminenti personaggi del paese che guardano alla bandiera paraguayana posta davanti al monumento.

Alberto ci spiega che il paese avrebbe bisogno di strutture amministrative più solide che tutelino maggiormente gli investimenti stranieri per poter sviluppare l’economia prevalente agricola del Paraguay. Nel rappresentaci poi la situazione politica, abbiamo notato molte similitudini con quella italiana di qualche anno fa, dove a fronte di un nuovo leader come Lugo (votato alla fine di una lunghissima stagnazione politica), la coalizione passa più il tempo a litigare che a migliorare il Paese, anche se in un clima di rinnovata democrazia.

Non bisogna infatti dimenticare che il Paraguay dal 1904 al 1954 ha avuto ben 31 presidenti, la maggior parte rimossi da sommosse, aggressioni e colpi di stato con una successiva dittatura militare guidata da Alfredo Stroessner (rimasto al potere per più di trenta anni) con una egemonia secolare del Partito Colorado, interrotta solo un paio di anni fa dalla vittoria conseguita da Lugo, ex Vescovo cattolico, riammesso allo stato laicale dal Vaticano con una decisione senza precedenti dopo la sua vittoria alle presidenziali. Un paese che si sta ancora stabilizzando. Nello scorso aprile il Presidente della Repubblica Lugo, preoccupato anche dalla presenza sulla scena del misterioso gruppo guerrigliero denominato Ejército del Pueblo Paraguayo (Epp), ha infatti proclamato lo stato d’assedio in cinque dipartimenti del paese: Amambay, Alto Paraguay, San Pedro, Presidente Hayes e Concepción con il divieto di assemblee, assembramenti pubblici e il diritto di manifestazione e con le forze militari dotate di pieni poteri di intervento. L’ultima volta che un presidente aveva dichiarato lo stato d’assedio era stato nel 2002 e questo ha preoccupato molto la popolazione.

E’ stato interessante nel brevissimo periodo della nostra permanenza sentire anche le notizie che incuriosivano maggiormente la gente. La prima riguardava i Mondiali di calcio in Sud Africa dove il Paraguay, avversario che fa parte del girone dell’Italia porterà, senza farlo giocare, lo sfortunato e famosissimo attaccante Salvador Cabanas, colpito alla testa da un proiettile in Messico e ancora in riabilitazione in ospedale. La seconda riguardava la confessione pubblica del Presidente Lugo che ha rivelato, a suo avviso «con assoluta onestà e trasparenza» , di aver avuto una relazione con la madre di un bambino che oggi ha due anni e di non avere detto nulla per proteggere la privacy del piccolo ( aggiungendo di non voler rilasciare ulteriori pubbliche dichiarazioni sulla vicenda). Il problema è che stanno spuntando altre richieste di riconoscimento di paternità da altre donne, in una telenovela che sembra non finire.

Tra i problemi più seri sentiti dalla gente penso sia da mettere al primo posto,senza tema di smentita, la definizione di un più equilibrato rapporto con il potente vicino di sempre, il Brasile con , al primo punto, la richiesta paraguayana di revisione del contratto di sfruttamento della centrale idroelettrica posta al confine tra i due paesi per poter rivendere la quota inutilizzata del 50 per cento di energia prodotta a condizioni economiche più vantaggiose, rispetto a quelle sancite diversi anni fa. Questo, in cambio di un maggior impegno del Paraguay per tutelare la sicurezza dei cittadini brasiliani che vivono e operano nella zona di frontiera, dove la violenza dei cartelli del narcotraffico ha raggiunto livelli altissimi. ( p.s. è di questi giorni la notizia che il Governo Lula dopo un incontro con Lugo, aiuterà il Paraguay a distribuire meglio la propria parte di energia con ricadute positive sul piano dell’occupazione).

Tornando alla nostra visita, alla sera siamo stati al Circolo Italo Paraguayo (www.italoparaguayo.com) dove dopo un periodo di abbandono sta rinascendo l’Associazionismo italiano, tra cui la nuova associazione dei Lombardi in Paraguay. Della struttura ricordiamo quattro cose che ci hanno colpito: la stele del 1916 con i nomi dei soci fondatori con presenti diversi lombardi, una bella biblioteca con diversi e pregiati volumi in lingua italiana, un enorme poster con la foto dei festeggiamenti ad Asuncion per la vittoria dell’Italia agli ultimi mondiali di calcio e la foto autografata di Miss Italia nel mondo l’italo-paraguaiana Fiorella Migliore.

Infine vorremmo ricordare il bellissimo incontro con i Lombardi di Asunciòn e le sorprese che ci hanno riservato. Accolti con grande calore da un grande striscione inneggiante alla Lombardia abbiamo incontrato amici e familiari di Alberto Poletti, rappresentanti del sodalizio lombardo e infine un gruppo di imprenditori bresciani che con molta convinzione ci hanno detto di credere nel futuro di questo paese. Una serata a base di pizza e di musica italiana che si è conclusa in grande amicizia e con grandi progetti. Il sodalizio lombardo ha infatti definito: lo Statuto, l’apertura del conto bancario, l’iscrizione di nuovi membri, una ricerca sull’emigrazione lombarda nel Paraguay e la creazione di un sito web, oltre naturalmente una stretta e proficua collaborazione ai progetti dell’AMM Onlus, grazie alla presenza della nostra coordinatrice Marta Carrer, residente nella vicina Buenos Aires.

Il giorno dopo siamo partiti per Luque, a 12 km. da Asunción, vicino all’aeroporto dove esiste una altissima concentrazione di negozi e di botteghe orafe che vendono oro e argento lavorati in filigrana , tra cui spicca un anello tipico, avvolto da sette Carretón Ramales de Siete. Lì ho conosciuto inaspettatamente la famiglia Tabarelli, originari di Verona ma con un cognome diffuso anche nel mantovano. Mi hanno detto che mi scriveranno pere cercare le loro origini. Nell’accomiatarci all’aeroporto da Alberto, che rappresenta per tutti noi il meglio dei giovani impegnati nella costruzione di un futuro democratico e civile del paese, Marta ed io, assieme agli altri passeggeri, siamo stati accolti da tre personaggi che mi hanno ricordato ancora l’originalità di questo paese che non cessa mai di stupire. Il maestro Americo Canete che suonava l’arpa per i passeggeri in partenza, offrendo dei cd con le sue esibizioni (tra cui O’ sole mio in nostro onore ), un imprenditore svizzero che da trent’anni gestiva un’azienda agricola nel sud del paese e un serissimo e laborioso ragazzino di professione lustrascarpe. Se gli ultimi due personaggi rientravano in una casistica latino-americana la presenza di un concerto con arpa all’aereoporto, sinceramente non riuscivo a spiegarmela.Ho scoperto al mio rientro che l’arpa, è lo strumento nazionale del Paraguay, cosa unica al mondo, introdotta nel Nuovo Mondo nei secoli successivi alla conquista spagnola. Si crede sia arrivata in Yapeyu, Paraguay (oggi una parte di Argentina) nel 17 ° secolo, attraverso l’opera missionaria del padre gesuita Sepp, diventando ben presto uno strumento di evangelizzazione in diverse aree dell’America Latina . Ancora oggi infatti, i testi delle canzoni sono spesso cantate in lingua indigena, il Guaranì.
Daniele Marconcini
Presidente AMM Onlus