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Festa dello Statuto lombardo di Zurigo: l’intervento del Vicepresidente del Consiglio Regionale Lucchini

lucchiniC’è stato molto rammarico, da parte del vicepresidente del Consiglio regionale, Enzo Lucchini (nella foto), per non essere riuscito a raggiungere Zurigo in occasione della Festa dello Statuto Lombardo organizzata il 18 aprile dal Circolo di Gente Camuna di Zurigo e dai Circoli Valtellinesi e Valchiavennaschi di Zurigo in collaborazione con l’Associazione dei Mantovani nel Mondo Onlus e di Gente Camuna di Breno (in provincia di Brescia). Improvvisi ed inderogabili impegni istituzionali lo hanno trattenuto in Lombardia. Questo il testo, consegnato agli atti del convegno, che avrebbe esposto nel corso del suo intervento.

“Il nuovo Statuto d’autonomia della Lombardia, che sostituisce la ‘Carta’ costituente del 1971,  è stato approvato dal Consiglio Regionale  il 14 maggio 2008 con 59 voti a favore, 7 astenuti e un solo voto contrario. Una volontà  pressoché  unanime dei Gruppi politici presenti in Consiglio regionale, quindi, di tenere la Lombardia al passo con i tempi, dotandola di strumenti moderni, meno burocratici, più tempestivi per affrontare i repentini cambiamenti che avvengono sia in campo economico che sociale.La revisione dello Statuto del 1971, resa peraltro necessaria da quando alla fine del 1999, in Italia sono state modificate diverse disposizioni inserite nel Titolo V della seconda parte della Costituzione (il Sistema delle Autonomie), è stata l’occasione per compiere il primo passo di “autoriforma” della Regione Lombardia. In seguito a questa riforma e alla votazione finale sulla legge, il primo settembre 2008, in mancanza di un ricorso governativo e di una richiesta di referendum popolare, con la sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, la legge è entrata definitivamente in vigore. La nuova carta costitutiva è stata il frutto di un lungo lavoro preparatorio compiuto da una Commissione appositamente istituita, la Commissione speciale per lo Statuto.

Un lavoro molto partecipato da tutti i Gruppi consiliari, che hanno notevolmente contribuito a tracciare un solco che guardasse ben oltre la necessità di “costruire” regole nuove. Lo Statuto della Regione Lombardia aveva bisogno di un “lifting” dopo 38 anni di vita. Soprattutto la Regione Lombardia aveva bisogno di uno strumento più consono alle esigenze di una amministrazione che deve essere sempre più vicina al cittadino e alle famiglie, più tempestiva nelle decisioni in materia economica, sociale e socio-assistenziale. In tempi in cui l’Ente Regione resta il pilastro dell’ossatura statale rispetto ad istituzioni come Province, Comunità Montane che con sempre più insistenza vengono indicate come enti da abolire in un futuro molto prossimo.    Il primo Statuto della Regione Lombardia fu approvato il 22 maggio 1971 dopo sette mesi di riunioni della Commissione incaricata di redigerlo, iter parlamentari obbligati ed una serie di sedute di Consiglio regionale che alla fine lo approvò a larghissima maggioranza.
Solo due partiti, PLI e il MSI, diedero voto contrario. Considerato la Carta costitutiva dell’Ente regionale, il primo Statuto della Regione Lombardia rimandava a principi quali “l’autonomo governo della comunità”, “l’affermazione dei valori umani”, “la promozione delle libere attività della collettività”. Concetti che intendevano sottolineare le funzioni mediatrici delle amministrazioni regionali nel delicato e non sempre facile rapporto tra Stato e cittadini. Venivano poi stabilite competenze e funzionamento della Regione, disegnando le forme e le modalità della partecipazione e dell’iniziativa popolare. Sul nuovo Statuto d’autonomia della Lombardia, invece, solo un partito, l’Italia dei Valori, ha votato contro. Tutto il resto del Consiglio regionale, in sostanza, si è riconosciuto nei suoi contenuti.

Nel nuovo testo:

 –  La Lombardia viene definita Regione autonoma. Tra i principi che la guidano si riconosce la persona “come fondamento della comunità regionale”.  Si affermano “il diritto alla vita in ogni sua fase”, la valorizzazione della famiglia, del lavoro e dell’impresa. Si riconoscono la “chiesa cattolica e le altre confessioni religiose”. Si perseguono le tradizioni cristiane e civili e “la alorizzazione delle identità storiche, culturali e linguistiche presenti sul territorio”.

Nella nostra “Carta”

 –  viene evidenziata una tra le formulazioni più moderne e più precise del principio di sussidiarietà che si possano trovare in Statuti o atti costitutivi di Enti pubblici. Si specificano la  sussidiarietà orizzontale (“si favorisce l’iniziativa dei cittadini singoli o associati”) e la sussidiarietà verticale che riguarda il rapporto con gli Enti locali. Viene istituito il CAL (Consiglio Autonomie Locali), con poteri estremamente più incisivi e forti dell’attuale Conferenza delle Autonomie (per esempio, deve dare parere sul bilancio della Regione).

Nello Statuto
 –  viene citato espressamente – al comma 5 dell’articolo 6 riguardante i rapporti internazionali e comunitari – che “la Regione sostiene le comunità dei lombardi nel mondo”.
Per quanto riguarda l’assetto istituzionale dell’Assemblea, lo Statuto  specifica che:
 – I Consiglieri regionali restano 80 (uno ogni 120 mila abitanti);
 – il Consiglio regionale è eletto a suffragio diretto;
 – viene garantita la rappresentanza in Consiglio di tutti i territori provinciali.
 – Viene rafforzato il valore del Consiglio regionale sotto l’aspetto di  autonomia di bilancio, amministrativa, contabile, patrimoniale, funzionale e organizzativa.
 – Vengono potenziate le sue funzioni di legislazione, programmazione ed alta amministrazione.
 – Non consente la creazione di monogruppi. I Consiglieri che non aderiscono a nessun gruppo entrano a far parte del Gruppo Misto.
 – le “Pari opportunità” sono riconosciute per legge.

 Con il nuovo Statuto, infatti, la Regione riconosce, valorizza e garantisce le pari opportunità tra uomini e donne in ogni campo e promuove la pari presenza negli organi di governo della Regione e nelle nomine degli enti, aziende e società a partecipazione regionale. Tra le novità contenute nel nuovo Statuto, c’è anche la possibilità per i consiglieri di ricorrere alla mozione di sfiducia verso il Presidente della Giunta (motivata e sottoscritta da almeno un quinto dei componenti del Consiglio Regionale) e la possibilità di presentare una mozione di censura verso gli Assessori. Il nuovo Statuto introduce inoltre il concetto di “Transizione”: in caso di scioglimento anticipato del Consiglio Regionale, le elezioni sono indette entro tre mesi. Dalla data di proclamazione del Presidente cessano la Giunta regionale e il Presidente in carica. Le funzioni del Consiglio Regionale sono prorogate fino al completamento delle operazioni di proclamazione degli eletti nelle nuove elezioni. In Italia, la riforma costituzionale dell’autunno 2001, sancita dalla legge costituzionale n. 3 del 2001 di riforma del Titolo V, garantisce alle Regioni l'”autogoverno”. Grazie a questo passaggio, le Regioni diventano Enti ampiamente autonomi nello stabilire e regolare con propri atti – principalmente le leggi regionali – gli interventi e i servizi forniti ai cittadini nonché le regole e le relazioni tra la Pubblica amministrazione e diversi soggetti sociali ed economici nei molteplici settori che riguardano lo sviluppo civile, sociale ed economico della società, secondo il principio di sussidiarietà.
Anche lo Statuto è una legge della Regione Lombardia, approvata dal  Consiglio regionale a maggioranza assoluta dei suoi componenti, con due deliberazioni successive adottate ad intervallo non minore di due mesi (come prevede l’art. 123 della Costituzione). Ma per tale legge oggi non viene più richiesta l’apposizione del visto da parte del Commissario del Governo. E’
il Governo della Repubblica che può promuovere la questione di legittimità costituzionale sugli statuti regionali dinanzi alla Corte costituzionale, ma deve farlo entro trenta giorni dalla loro pubblicazione altrimenti gli  Statuti entrano in vigore così come sono stati votati dai Consiglieri. Non va  dimenticato, infine, che per le Regioni sono state inoltre introdotte norme che coinvolgono maggiormente il cittadino nella scelta dei propri amministratori, come la modifica del sistema elettorale che prevede l’elezione diretta del Presidente della Giunta regionale.

In questo quadro tra passato e presente, la stesura del nuovo Statuto è stata l’elemento caratterizzante l’ottava legislatura della Regione Lombardia perchè abbiamo raggiunto il più importante obiettivo che ci eravamo posti come Consiglio Regionale. E’ uno Statuto fortemente innovativo, che pone l’Assemblea lombarda nelle condizioni di recepire le riforme federaliste che sono in fase di approvazione da parte dal Parlamento nazionale. La Lombardia, insomma, si è dotata di uno Statuto d’autonomia che afferma e permette di attuare appieno la sussidiarietà. Il che significa mettere in primo piano i cittadini e le istituzioni locali. Sono inoltre orgoglioso, come rappresentante del parlamento regionale, che sia stato fatto anche un importante lavoro sul piano delle regole istituzionali. D’ora in poi, in un quadro di confermato presidenzialismo, il Consiglio avrà più poteri e in generale un ruolo rafforzato. Corrisponderà perciò pienamente e ancora di più allo scopo di luogo di rappresentanza degli oltre nove milioni di cittadini di quel grande territorio che è la Lombardia.
Lo Statuto che abbiamo concepito ha anche il merito di dettare norme di funzionamento e di organizzazione della regione più conformi alle esigenze attuali. Tra i punti di merito della nuova “Carta” i valori della libertà della persona, della vita, della famiglia, della sussidiarietà e della ricerca del bene comune.  Questo Statuto risponde agli interessi dell’Ente ma soprattutto a quelli dei
cittadini che chiedono più efficienza e trasparenza del sistema nonché più adeguatezza e tempestività delle decisioni. Lo abbiamo chiamato di Autonomia perchè in questa definizione c’è il principio che muove tutta la nostra azione politico-istituzionale. E ci siamo spinti già nel futuro perché con il nuovo Statuto abbiamo aperto un periodo di riforme, una stagione costituente, che rappresenta una novità  assoluta nel panorama italiano. Non per niente il Consiglio regionale della  Lombardia è ritenuto, per importanza, la “terza Camera” del nostro Paese dopo i due rami del Parlamento nazionale. Il Consiglio regionale, comunque, percorreva già da tempo la strada dell’autonomia. Non vanno dimenticati, infatti, atti consiliari quali una Risoluzione con la quale il Consiglio regionale ha chiesto al Governo maggiore autonomia in 12 materie (Ambiente, beni culturali, giustizia di pace, organizzazione sanitaria, comunicazione, protezione civile, previdenza complementare integrativa, infrastrutture, ricerca scientifica e tecnologica, università,  cooperazione transfrontaliera e sistema bancario regionale riferito a casse di risparmio e aziende di credito a carattere regionale).
E la proposta di federalismo fiscale per trattenere, come dice l’articolo 119 della Costituzione, parte del reddito che viene prodotto dal territorio.  L’iter parlamentare è ancora in corso (solo un ramo del Parlamento, la Camera, ha per ora affrontato il tema). Vedremo alla fine se le legittime aspettative della Lombardia verranno accontentate. Non dimentichiamo infine, che in Consiglio regionale ci aspettano altri traguardi importanti come la nuova legge elettorale regionale ed il Regolamento interno del Consiglio regionale.  Aspetti che sarà sempre la Commissione speciale per lo Statuto a trattare. Una Commissione insediata il 26 febbraio 2007 e composta da 25 consiglieri in rappresentanza di tutti i Gruppi consiliari, istituita proprio con questi obiettivi: l’elaborazione del nuovo Statuto della Regione Lombardia; la formulazione della nuova legge elettorale per le elezioni regionali; la predisposizione del Regolamento interno e dei lavori del Consiglio regionale. Questo nuovo Statuto della nostra Regione, in conclusione, come lo presentiamo a voi qui a Zurigo, lo abbiamo già voluto presentare a tutti i cittadini lombardi organizzando un tour nelle piazze più importanti dei dodici capoluoghi della nostra regione.
Un’iniziativa, fortemente voluta dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale, che ha coinvolto tutti i Consiglieri regionali con incontri con studenti e dibattiti con giornalisti e cittadini. Complessivamente sono state distribuite 150 mila copie dello Statuto. Sono intervenuti circa 1.500 studenti. Insomma: abbiamo voluto far entrare il nostro Statuto nelle case dei nostri cittadini”.