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Gli Immigrati in Lombardia 8° Convegno

La ricerca e la sperimentazione al servizio del territorio
RAPPORTO 2008   Auditorium “Giorgio Gaber”
Palazzo della Regione Lombardia Piazza Duca D’Aosta, 3 – Milano
 Martedì 31 marzo 2009  Ore 9.00 – 17.30
E’ richiesta l’iscrizione sul sito http://www.ismu.org/
sia per la sessione plenaria del mattino  che per i due seminari del pomeriggio

TITOLO DEL SEMINARIO: Giovani stranieri e buone pratiche nell’istruzione e nella formazione professionale in Lombardia (orientamento, accompagnamento, prevenzione del disagio , certificazione delle competenze, inserimento professionale)
DATA 31 marzo 2009 ore 15-17.30

A CHI E’ RIVOLTO: responsabili e operatori e della Formazione professionale di base; dirigenti e insegnanti della scuola secondaria di I e II grado operatori dell’orientamento e centri per l’impiego; rappresentanti del mondo del lavoro; referenti e funzionari di enti locali (settore formazioneorientamento)

OBIETTIVI DEL SEMINARIO: a partire da una presentazione dei risultati di ricerca, analizzare i diversi impatti provocati dalla presenza di allievi stranieri nel sistema di IFP e le risposte attuate dai diversi attori istituzionali. La discussione verte su eventuali linee-guida per l’identificazione di
“buone pratiche”, tenendo conto del sistema di validazione della Banca dati ORIM dei progetti di
educazione interculturale.

ABSTRACT DEI RISULTATI DI RICERCA in “Tra formazione e lavoro. Giovani stranieri e buone pratiche nel sistema della formazione professionale regionale” (a cura di E. Besozzi e M. Colombo) – Rapporto ORIM 2008
La ricerca rappresenta un proseguimento delle precedenti fasi di indagine sui percorsi formativi dei giovani stranieri (14-19 anni) in situazione di diritto-dovere di istruzione e formazione (Rapporti 2005 e 2006). Scopo di questo approfondimento è, da un lato, studiare le istituzioni formative, per individuare strategie e buone prassi nell’accoglienza, sostegno e accompagnamento dell’utenza straniera e per cogliere atteggiamenti e comportamenti degli operatori della formazione professionale nei confronti degli allievi stranieri; dall’altro, approfondire le caratteristiche della presenza di utenti stranieri nella formazione professionale in Lombardia, ricostruendone i percorsi e gli sbocchi occupazionali. Si vuole capire se la
variabile straniera abbia una ‘visibilità’ all’interno del sistema di Ifp lombardo, e come venga interpretata: se come un costo aggiuntivo, o viceversa, come una nuova opportunità. Dall’analisi dei dati di flusso, l’effettuazione di 2 studi di caso, uno a Milano (CFP Enaip di v. Giacinti) e uno a Brescia (CFP Zanardelli di via Gamba), e una trentina di interviste qualitative a giovani stranieri collocati al lavoro dopo aver frequentato corsi di Fp, si delinea uno scenario tutt’altro che allarmante. L’accesso alla formazione professionale per questi utenti è aperto e ampiamente utilizzato non solo come alternativa ai percorsi di istruzione, ma anche come prima tappa formativa che prelude a un proseguimento nell’istruzione e all’università. Anche gli indicatori di successo formativo e occupazionale sono del tutto positivi per questa tipologia di utenza, che non tarda in media a qualificarsi e a trovare sbocchi sul territorio. Tuttavia, con l’aumento esponenziale di allievi stranieri, stanno emergendo nuove problematiche: l’orientamento (che si trasforma spesso in una “canalizzazione” forzata degli stranieri verso la Fp), le problematiche linguistiche nella fase di inserimento e l’impossibilità di inserire attività di alfabetizzazione ad hoc, la “scolasticizzazione” dei percorsi di Fp dopo la riforma del DDIF che porta gli stranieri maggiormente in svantaggio di fronte a curricoli più corposi sul piano culturale, il rapporto con le famiglie, reso sovente difficoltoso dalla mancanza di conoscenza dell’italiano, ma altre volte anche da un sovraccarico dei genitori stessi dal punto di vista degli impegni lavorativi, le misure da mettere in campo per affrontare l’aumento tendenziale di atteggiamenti e comportamenti discriminatori, il bisogno degli operatori di riflettere maggiormente su strategie per migliorare le relazioni interculturali in aula e nei luoghi di lavoro, nonché il ripensamento dei moduli formativi per venire incontro a esigenze tempistiche e culturali diversificate.

Colpisce, dall’analisi dei materiali di intervista e dalle numerose informazioni raccolte, la capacità di governance da parte dei responsabili e degli operatori della Fp, cioè la capacità di stare dentro il processo di trasformazione in modo attivo e consapevole, attivando risorse e legami e mettendo in campo strategie di innovazione. Di fatto, l’utenza straniera appare con una sua “visibilità resa invisibile” sia dall’impostazione di fondo di questo contesto formativo, che presta una cura circostanziata e anche individualizzata a ciascun allievo, sia dalla mancanza di misure finalizzate a favore degli stranieri. L’invisibilità tuttavia non significa trascuratezza o mancanza di sensibilità alla realtà multiculturale delle classi, piuttosto gli operatori mostrano un impegno per la ricollocazione della questione “straniera” all’interno di una normalità quotidiana, fatta di continue situazioni da affrontare, a volte con problematiche molto simili a quelle messe in evidenza dai compagni italiani.
ORGANIZZAZIONE DEL SEMINARIO
Interventi di apertura: Elena Besozzi (resp. Ricerca ORIM) e Maddalena Colombo (a nome del Gruppo di ricerca Scuola Fondazione Ismu)
Interventi programmati:
Laura Zanfrini (gruppo Lavoro – ORIM)
Giuseppina Camilli (Provincia di Lodi, rappr. Tavolo Interprovinciale ORIM)
Mariagrazia Santagati (resp. Settore Scuola Formazione – ISMU)
Anna Maria Crotti (Ufficio scolastico regionale per la Lombardia – referente per l’intercultura)
Maria Galperti (Ufficio scolastico regionale per la Lombardia – Uff. IV)
Rosi Spadaro (Ufficio scolastico provinciale di Milano – referente per l’intercultura)
Beppe Longhi (Fondazione Enaip)
Marina De Vito (cfp G. Zanardelli- Azienda Speciale della Provincia di Brescia)
Franco Dell’Oro (Comune di Milano, Servizio orientamento)
Maria Pia Chiappiniello (Fondazione Cariplo Milano – referente progetto “Interculture”)
L’invito a partecipare e ad intervenire al dibattito è rivolto a:
· dirigenti scolastici
· insegnanti di scuole secondarie di I e II grado (referenti per l’intercultura)
· dirigenti delle agenzie di formazione professionale
· centri di formazione professionale (responsabili didattici, tutor, orientamento)
· operatori e responsabili dei centri per l’impiego – servizi informa giovani
· agenzie no profit per il tempo libero (educatori del dopo-scuola, percorsi protetti, ecc.)
· associazioni datoriali (responsabili formazione)
Intervento di chiusura: Graziella Giovannini, Università di Bologna.


Workshop 31 marzo 2009
Settore salute e welfare
TITOLO DEL SEMINARIO: Salute degli immigrati e proposte di assistenza: quale cittadinanza sanitaria? Una riflessione interdisciplinare.

A CHI E’ RIVOLTO: operatori sociosanitari, studiosi, giornalisti, studenti universitari, avvocati,
operatori del terzo settore, policy makers ecc…

OBIETTIVI DEL SEMINARIO: analizzare i diversi rischi sanitari della popolazione straniera e le difficoltà di accesso alle strutture sanitarie da parte degli immigrati

I Parte
Nel corso, del

2008, grazie alla ormai decennale collaborazione della Struttura Governo dei Servizi Sanitari territoriali e politiche di appropriatezza e controllo, Direzione generale dell’Assessorato Sanità della Regione Lombardia , per la prima volta è stato possibile raccogliere i dati di una sottopopolazione, quella degli stranieri irregolari, i quali hanno maggiori disagi e accesso parziale alle cure nel nostro paese. Da tale indagine, grazie alle informazioni disponibili che si sono avute utilizzando il codice STP (Stranieri Temporaneamente Presenti), è stato possibile dimostrare come le diverse condizioni di rischio sanitario presenti con maggiore peso tra la popolazione straniera si incrementino notevolmente, soprattutto quando si tratta della sottopopolazione degli stranieri irregolari. L’idea di allargare a queste nuove problematiche, ci permette di monitorare il fenomeno migratorio in relazione alle condizioni di salute degli immigrati presenti a vario titolo sul territorio lombardo e di capirne le criticità che necessitano, nel corso del tempo, un intervento preventivo e terapeutico da parte delle istituzioni.
– 14,30 Albino Gusmeroli, Ricoveri ospedalieri degli immigrati in Regione Lombardia: un quadro in evoluzione
– 14,45 Armando Pullini, Codici STP, disuguaglianze sociali e disparità di salute

II Parte
Per l’immigrato la difficoltà di accesso alle strutture sanitarie del paese ospitante è sia un problema di carattere etico-giuridico circa la legittimità del diritto alla salute e all’assistenza sanitaria sia un problema di carattere culturale e psicologico che rischia di aumentare il disagio esistenziale (fragilità, insicurezza, precarietà) dovuto allo sradicamento dai propri valori, tradizioni e comunità di riferimento. Come trattare allora, dal punto di vista della pretesa a trattamenti sanitari, individui e gruppi sociali non appartenenti alla comunità politica? Lo status di “cittadino”, contrapposto a quello di “straniero” influenza fortemente la piena tutela giuridica del diritto alla salute?
– 15,15-17.00 Paolo Bonetti, Daniela Carrillo, Ennio Codini, Albino Gusmeroli, Alberto Martinelli, Nicola Pasini, Armando Pullini,
Diritto individuale, interesse della collettività: quale cittadinanza sanitaria in una società multietnica e multiculturale? Una riflessione interdisciplinare