Le sequenze della cerimonia vedono scendere S.E. il Vescovo nella cripta sotterranea della basilica di Sant’Andrea, seguito dal Prefetto Autorità e da molti fedeli. In rispettoso silenzio si apriranno una dopo l’altra le serrature dei forzieri le cui chiavi sono conservate da autorità ecclesiastiche e statali. Quando finalmente i due Vasi sono all’esterno e il Vescovo incenzandole pronuncia una preghiera mentre la commozione pervade i presenti. I Sacri Vasi sostenuti, uno dal Vescovo e l’altro da un’altro prelato percorrono la cripta e le strette scale che portano nella Basilica, poi due reliquari sono posti ai piedi del Cristo crocefisso nel lato sinistro dell’abside della Cattedrale. Per tutto il pomeriggio e la serata la Cattedrale sarà mèta dei mantovani che renderano omaggio alla Reliquia, che, dopo una breve processione, saranno riposti nuovamente nei forzieri della cripta sotterranea.
Un breve filmato della cerimonia (2005)
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I Sacri Vasi tra Leggenda, Fede, Tradizione e Storia.
Longino l’Isaurico (proveniente dalla provincia di Isauria oggi in Turchia) fu il soldato romano che trafisse con la lancia il costato di Gesù morente sulla Croce. Dalla ferita sgorgò sangue misto ad acqua ed alcune gocce finirono negli occhi malati da tempo di Longino che immediatamente guarì. Quell’evento portò alla fede il soldato che raccolse la terra intrisa del sangue di Gesù e la conservò in una cassetta metallica che lo segui nelle sue peregrinazioni fino a Mantova. Durante la permanenza nell’Ospedale dei Pellegrini per timore di perderla o di esserne derubato seppellì la Reliquia in un luogo segreto. Subì il martirio a causa della sua fede il 2 dicembre del 37 d.C. e sepolto in contrada Cappadocia. La santificazione di Longino avvenne sotto il papato di Innocenzo VI° il 2 dicembre 1340. La reliquia fu ritrovata nell’804, grazie alle indicazioni, fornite da Sant’Andrea ad un fedele, sul luogo esatto nell’orto dell’ospedale di Santa Maddalena ove era interrata. Accanto alla reliquia furono trovate anche delle ossa umane, probabilmente quelle del Martire che sono conservate nella terza cappella a destra della Basilica di S.Andrea. La notizia del ritrovamento giunse anche a Carlo Magno che, impressionato dal fatto, invitò il Papa Leone III a recarsi a Mantova per avere maggiori notizie. Il Papa dopo opportuni accertamenti rilasciò una dichiarazione in cui si accertava l’autenticità della Reliquia e ne donò una piccola parte all’Imperatore che la fece deporre nella Cappella Reale a Parigi. Durante le invasioni degli Ungari, del 923, per il timore di una profanazione si provvide a dividere la Sacra Terra in due porzioni, una conservata nella Chiesa di S.Paolo contigua alla Cattedrale, la seconda ulteriormente divisa in due, all’interno di due vasi di cristallo, fu sepolta nell’orto dell’oratorio dedicato al Sangue di Cristo. Gli eventi e la segretezza con cui fu eseguito l’occultamento fecero si che solamente l’intervento dell’Apostolo Andrea nel 1048, apparso per tre volte ad un mendicante cieco permisero il secondo ritrovamento. La Chiesa ricorda tale fausto evento nella giornata del 12 marzo. In seguito, per la Reliquia furono costruiti una chiesa e un monastero. Vi fu un continuo afflusso in città di pellegrini che assieme a Papi e Imperatori Le rendevano omaggio. Nel 1053 papa Leone IX°, nel 1055 l’imperatore Enrico III che ne ricevette in dono una minuscola porzione, che, successivamente dopo diversi passaggi giunse nella cittadina di Weingarten (D) ove oggi è conservata e venerata. Anche nei secoli che seguirono i re, imperatori e Papi resero omaggio alla Sacra Reliquia. Il Papa Pio II° Piccolomini ne riconfermò l’autenticità. Il pontefice malato, rivoltosi per la guarigione al Sacro Sangue ne venne immediatamente risanato. Nel 1472, per dare degna custodia alla Reliquia, iniziarono i lavori dell’attuale Basilica di Sant’Andrea su progetto e disegno di Leon Battista Alberti. Nel 1479 fu “ritrovata” nella chiesa di S. Paolo, la porzione di Reliquia nascosta durante l’invasione degli Ungari nel 923. Il Sacro Sangue di Gesù dal 1500 venne custodito all’interno di due reliquari d’oro realizzati da Nicolò da Milano disegnati dal Bernini. Durante il Risorgimento, nel 1848 furono trafugati dai soldati di un reggimento austro-ungarico e mai più ritrovati. La Reliquia fu ripristinata con i frammenti nascosti, cui era stata suddivisa per misura prudenziale, negli anni precedenti. L’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe si fece carico, a titolo di riparazione, dei nuovi reliquari che furono realizzati da Giuseppe Bellezza.
Pietro Liberati