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Interventi alla Festa dello Statuto Lombardo a Zurigo

Il saluto di Claudio Morpurgo, Delegato del Presidente della Regione Lombardia per i Rapporti con l’Europa,
alla Festa dello Statuto Lombardo a  Zurigo, organizzata dalle Associazioni Lombarde nel Mondo e in Svizzera.

Amici della Associazione Gente Camuna, dell’Associazione Mantovani nel Mondo, Amici dei Circoli Gente Camuna Valtellinesi e Valchiavennaschi, è davvero un onore per me poter portare un saluto a questo vostro incontro da parte di Regione Lombardia.
Voi siete la testimonianza continua, quotidiana dei valori più alti e delle tradizioni più nobili dei nostri popoli, delle nostre varie, ricche e floride identità sociali e culturali. L’argomento scelto, oggi, per la discussione è di straordinaria importanza, anche simbolica. Il nuovo Statuto della Regione Lombardia è infatti un esempio “vivente” di come l’istituzione lombarda, per regolare la propria attività, abbia colto alcuni messaggi forti provenienti dalla società e dal momento storico, oltre che consolidando un orientamento in vigore da qualche anno. E’ uno statuto di autonomia che recepisce come fondanti i principi del federalismo e della sussidiarietà. In altre parole, l’origine e l’esito della istituzione sono le comunità sociali, sono le istanze popolari;basilare è la legittimazione che, a favore dell’istituzione, viene fornita dal consenso del territorio. Le risorse, i programmi, le strategie non devono mai essere calate dall’alto, derivanti da un’impostazione artificiosamente centralistica, ma devono essere sempre “localizzate” il più vicino possibile alla persona umana e a ciò che alla persona è più prossimo, come le associazioni, le imprese, il mondo dei lavoratori, le università, gli ospedali, le comunità religiose, culturali, i movimenti giovanili.

I centri decisionali, secondo lo Statuto Lombardo, non sono quindi separati dal cittadino ma sono funzionali al cittadino. Il cittadino lombardo deve pertanto essere visto come pilastro della relazione con l’istituzione e deve sempre essere messo nella condizione di scegliere, nel rispetto del bene comune, le soluzioni che più lo convincono e che più sente vicino al proprio essere. E in tal senso deve vincolare l’azione dell’istituzione. Questa è la sussidiarietà, cioè quel modello di gestione della collettività che valorizza il sociale, assunto come partner, strategico ed ecutivo, per gli scopi che si intendono di volta in volta raggiungere. In questo scenario, allora, associazioni e realtà come le vostre assumono una funzione essenziale. Voi siete collaboratori di Regione Lombardia nello svolgere la sua attività quotidiana sul campo. E non a caso, il nuovo Statuto, all’art. 6, recependo un’impostazione che questa amministrazione aveva già valorizzato da tempo, afferma solennemente che “La Regione sostiene e valorizza le comunità dei lombardi nel mondo”. Voi, anche in forza di quanto lo Statuto ha descritto al meglio, portate avanti la cultura lombarda, la sua memoria più autentica. Voi, della Lombardia, siete tra gli interpreti maggiormente motivati e forti.

Già dal 1985 vengono sostenuti da Regione Lombardia progetti anche delle vostre specifiche realtà. Progetti formidabili di natura editoriale, culturale, assistenziale, storico-documentale. Penso alle ricerche bibliografiche, agli sportelli informativi e di assistenza, alle attività di informazione, alle feste sul territorio di emigrazione, alle banche dati sulla nostra emigrazione. Mi riferisco, anche, al progetto – che trovo assai pregevole – di realizzare corsi di formazione per corrispondenti lombardi nel mondo per promuovere Regione Lombardia. Vedete, il messaggio ormai è condiviso, la memoria delle comuni origini lombarde non è più soltanto un principio, ma è divenuta una prassi di lavoro comune. Lombardi in Lombardia e Lombardi nel mondo si vedono e si sentono insieme, uniti in un mutuo sforzo. Contate sempre su Regione Lombardia e non abbiate timore di rendere sempre più visibili le nostre tradizioni. Le nostre identità, la nostra laboriosità, il nostro senso di popolo ci rendono un laboratorio vivente di società vitale, fondata sui principi più attuali della nostra epoca. Rendiamo, allora, sempre più l’identità lombarda un esempio su cui costruire modelli sociali più giusti, un’Europa più vitale e vicina alla gente, un mondo dove dire pace significhi affermare una realtà. Ancora grazie per quanto fate ogni giorno per la nostra Regione e auguri per questo importante evento.

Claudio Morpurgo
Delegato del Presidente per i Rapporti con l’Europa Regione Lombardia

 
L’intervento di Nino Stivala,Presidente di Gente Camuna, per la Festa dello  Statuto Lombardo a Zurigo

“Quando si è previsto di organizzare  questo incontro come momento di festa, non si poteva certo prevedere il tragico evento che ha sconvolto una vasta area dell’Abruzzo, Regione, come altre, di forte emigrazione. Di fronte a tali disastri e alle 295 vittime che il sisma ha provocato, ogni  altra cosa perde di significato; sia pure però con uno stato d’animo diverso vogliamo cogliere questa occasione per un momento di riflessione sullo Statuto della regione Lombardia promulgato il 30 di agosto dello scorso anno, per alcune, pur brevi, considerazioni e per qualche proposta. Anzitutto è doveroso l’apprezzamento per l’ampio consenso con cui il  documento finale è stato approvato, testimonianza questa di una sostanziale condivisione da parte delle forze politiche presenti in Consiglio non solo del contenuto dei 65 articoli, ma soprattutto dei principi e dei valori che  essi esplicitano. Non è certo questa l’occasione per dilungarci più di tanto sulle singole norma dello Statuto, sia pure con la necessaria sintesi ne ha fatto cenno il presidente dei Mantovani nel Mondo Daniele  Marconcini, ma non posso sottacere per un verso il richiamo all’Autonomia  della Regione e per altro verso il solido legame con la nostra Costituzione ampiamente richiamata nell’art. 1.

Il nostro Paese vive ancora oggi il fenomeno non sempre positivo, del campanilismo, retaggio di una storia che ha visto per tanti secoli l’Italia frantumata in tanti Stati e Staterelli, spesso “l’un contro l’altro armato”. Ma se questa diversità ci caratterizza vivendo nei  nostri paesi, quando varchiamo i confini dimentichiamo le nostre provenienze regionali  e ci sentiamo soprattutto italiani. Questo è lo stato d’animo infatti dei nostri emigrati sparsi nel mondo; pur non rinnegando infatti usi e costumi delle rispettive terre d’origine, essi costituiscono un fondamentale avamposto di italianità. Era però altrettanto necessario superare l’immagine centralista dello Stato ed attualizzare i richiami alle autonomie locali voluti dai Padri Costituenti. Lo Statuto della Regione Lombardia ha ben coniugato questi due aspetti integrandoli con un altro principio, quello della sussidiarietà e cioè di un ulteriore decentramento delle funzioni.”Stivala ha quindi richiamato il ruolo importante e spesso determinante che oggi la Lombardia ha in tanti settori della vita nazionale, ma anche che da questa terra sono partite centinaia di migliaia di persone verso altri Paesi vicini e lontani in cerca di lavoro e fortuna, ed ha aggiunto: “Per un lungo tempo di queste persone, di questi italiani, di questi lombardi nessuna istituzione si è interessata.

Sono state le Associazioni sorte negli anni ’50 del secolo scorso a non lasciarli soli e a sollecitare gli Enti proposti all’approvazione di norme specifiche ed a prestare la loro collaborazione nella formulazione di tali norme. Fu così che il Consigli Regionale Lombardo approvò la legge n° 85 del 1° gennaio 1985 che reca “Norme a favore degli emigrati lombardi e delle loro famiglie” . Occorre oggi – ha concluso Stivala – rivisitare quelle norme e renderle più attuali e coerenti anche con le nuove forme di emigrazione, senza però dimenticarsi  di quei tanti nostri concittadini che vivono tuttora problemi sociali, economici e sanitari gravi. Nei momenti di crisi economiche o politiche, sono essi a pagarne maggiormente le conseguenze. E’ successo in Argentina qualche anno fa, sta succedendo oggi ai nostri lavoratori frontalieri. Per questo chiediamo che si ponga mano a quella legge per portare a compimento il lavoro col Sottosegretario agli affari internazionali dott. R. Ronza, e che, dopo l’emanazione dello Statuto, trova nuova sollecitazione nel c. 5 dell’art. 6 che recita:” La regione  sostiene e valorizza le comunità dei lombardi nel mondo”. Questo impegno rende onore a chi lo ha proposto, ma ora occorre dargli coerente operatività”.