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La scomparsa di Enea Nizzola

Conoscevo Enea da poco tempo, solo qualche anno, l’ho incontrato la prima volta nella sede dell’Associazione e subito ci siamo capiti, d’altronte il suo sorriso la disponibilità e i modi gentili avrebbero conquistato chiunque. Nelle occasioni in cui ci trovavamo a parlare voleva conoscere sempre maggiori particolari del mio lavoro nell’associazione, dalle ricerche a internet. Aveva preso un  computer e ricorderò sempre quando raggiante più del solito mi diceva che aveva ricevuto delle e-mail dal Brasile. Fu una gioia immensa per me, amante delle foto antiche, quando mi portò una scatola di foto scattate a cavallo tra l’800 e il 900, perchè voleva spedirne alcune ai parenti ancora in Brasile, ma non voleva privarsi degli originali. L’ho invitato a casa mia dato che in sede a quel tempo non avevamo uno scanner.  Sotto il suo sguardo vigile le ho scannerizzate tutte, circa una cinquantina, inserite in un Cd che poi gli ho dato insieme agli originali, era felice come un bambino a cui era stato fatto il miglior regalo che potesse immaginare. Mi ha invitato innumerevoli volte ad andarlo a trovare a casa sua ma per i molteplici impegni non sono riuscito mai ad andarci e ora mi dispiace di non averlo fatto. Dopo che aveva diradato le presenze in Associazione ogni tanto ci trovavamo lungo le vie di Mantova o agli eventi a cui prendevo parte come alla commemorazione del 60° anniversario dell’attraversamento del Po da parte delle truppe alleate nei pressi di Campione. Gli scattai alcune foto una delle quali è qui a lato. L’ho incontrato l’ultima volta poco prima di Natale, andava di fretta ma non è mancato l’invito ad  andarlo a trovare … mi spiace Enea ! Non posso più dirti: ‘sarà per la prossima volta ! ‘  Ti voglio ricordare con quel sorriso magico,  che solo tu avevi…   ciao Enea !

Pietro

L’articolo dedicato a Enea dalla Gazzetta di Mantova
firmato da Veronica Giatti

Si è spento, all’età di 81 anni, Enea Nizzola. Mercoledì pomeriggio, durante il funerale, la chiesa di Barbasso era gremita di gente, a ricordo di una persona che molto ha fatto per il territorio in cui viveva e le persone che conosceva. Partigiano, Pirata del Mincio nella US Governolese, socio di numerose associazioni di volontariato e comitati di paese, grande collezionista di foto e cartoline d’epoca del territorio roncoferrarese e, non ultimo, appassionato organizzatore di eventi culturali e ricreativi. La cerimonia funebre è stata celebrata dal parroco di Barbasso, don Ernesto Novello, assieme a Monsignor Giancarlo Manzoli.  Quest’ultimo religioso ha tenuto l’omelia funebre in ricordo di un amico e collaboratore di vecchia data; ovvero da quando avevano lavorato insieme a Formigosa per aggregare i ragazzi del Comune di Roncoferraro attraverso l’attività sportiva.  Al rito era presente anche Livia Calciolari, assessore alla cultura del comune di Roncoferraro, che ha tenuto una sentita orazione funebre: «Se vogliamo cominciare da lontano – ha esordito l’assessore – lo troviamo partigiano e incarcerato dai fascisti con altri giovani del posto e, al termine della guerra, membro partecipe dell’Associazione Combattenti.»  «Giovane calciatore non ha più abbandonato il mondo del calcio, collaborando a crescere e seguire i ragazzi delle varie società sportive al di sopra dei campanilismi delle nostre frazioni.»  «Dietro il bancone del suo negozio di generi alimentari è stato generoso con i più bisognosi.»  «Socio fondatore del Comitato di paese di Barbasso, Garolda e Pontemerlano, fu pronto ad impegnarsi nella nuova Proloco, dopo avere cofondato e visto fallire la precedente.»  «E’ stato volontario in AVIS, Associazione italiana Donatori di organi e Croce Verde e dell’Associazione Italiani nel mondo e fu uno dei pochissimi accompagnatori di portatori di handicap alla Casa del Sole di Mantova.»  «Per anni ha aiutato i bambini delle materne a salire sugli scuolabus, intrattenendoli con fiabe e filastrocche d’altri tempi. «Amico e collaboratore quando si trattava di organizzare eventi culturali per la valorizzazione e la riscoperta del nostro patrimonio e delle tradizioni locali, lo distinguevano il tratto amabile e cortese, la battuta arguta e l’espressione sempre sorridente e serena. Gli dicevo: Tu, Enea sei un gentiluomo, un signore d’altri tempi».