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L’incontro con frei Rovilio Costa

Una mattinata di sole splendida dopo aver attraversato tutta la città arriviamo in un viale non molto grande in leggera salita, con alberelli stracolmi di fiori e foglie.  Ad accoglierci Marilene Dorneles, collaboratrice e nipote di fra’ Rovilio che ci accompagna  verso l’ingresso.  Apre la porta e ci invita a salire in un’altro mondo …

Una scala poco illuminata porta ai piani superiori, è occupata per i due terzi da libri, tra il profumo della carta che solo le biblioteche hanno, saliamo in fila indiana in questo spazio angusto trattendo il respiro per timore di vedere le pile di libri accatastate fino alla volta, rovinarci addosso.  Al piano superiore, stesso spettacolo, una sala di cospicue dimensioni occupata all’ottanta per cento di libri di tutte le dimensioni e foggie, con copertine colorate, a volte anonime, altre sgargianti, volumi e volumi accatastati secondo un disordine logico che solo chi gestisce questa libreria conosce.  Fra’ Rovilio Costa ci accoglie salutandoci nel suo taliano che conquista. Alto, slanciato, affabile con uno sguardo indagatore, dopo i convenevoli di rito sollecitato dal presidente Marconcini ci racconta della sua famiglia. Suo padre era di origine cremonese-mantovano dato che proveniva da una frazione sitauata a cavallo tra le due provincie, mentre la mamma era d’origine trevisana. Ci dice anche senza mezzi termini l’accoglienza non proprio amichevole avuta mentre cercava documenti e informazioni dei suoi antenati nella zona a confine tra Mantova e Cremona.  Parla sciolto a volte si ferma come a soppesare le parole. A volte mentre parla inserisce anedoti e battute a volte pungenti a volte scherzose per poi riprendere seriamente il filo logico del discorso.
Ci racconta che durante il suo apostolato, fin da giovanissimo ha iniziato a raccogliere i fatti, le storie, i nomi che gli anziani erano soliti ricordare, appunti presi e poi sviluppati che non trovavano però mai un editore disposto a pubblicarli.  Da questo inizio incerto, seguito da studi, approfondimenti e ricerche è nata la sua conoscenza che unita ad un’arguzia intellettiva gli ha permesso di creare l’impresa editoriale EST che ha oggi all’attivo quasi 3000 titoli, in gran parte legati alle vicende dell’emigrazione ed è il maggiore editore dello Stato. Un patrimonio di conoscenza non indifferente che grazie all’opera di fra’ Rovilio è venuto alla luce ed è disponibile per coloro che cercano le proprie origini. Non solo italiani, che qui in Rio Grande do Sul sono la maggioranza, ma anche tedeschi, polacchi, russi e altre etnie di minor consistenza numerica sono comprese nei testi, senza nessuna preclusione. Il progetto che fra’ Rovilio con l’editoriale EST si è prefisso è quello di pubblicare i dati di tutte le etnie presenti nello Stato e in tutto il Brasile.  Basta sfogliare un libro preso a caso per comprenderne l’importanza, nomi, provenienza, tipologia e qualsiasi altra notizia utile a ripercorrere a ritroso la storia degli abitanti di quelli che all’inizio erano semplici agglomerati di case e che oggi sono città. La stragrande maggioranza delle prefetture (comuni) dello Stato ha un libro sulle proprie origini, sui pionieri che hanno iniziato, vissuto, e sviluppato quella comunità e tutto questo è stato possibile grazie all’esempio e all’infaticabile opera di ricerca di fra’ Rovilio Costa.
Sempre sollecitato da Marconcini ci fornisce a memoria alcuni dati sulla presenza italiana in Brasile ci avverte che sono abbastanza reali anche se in qualche caso le stime ufficiali non concordano, conoscendo il suo operato non abbiamo dubbi!  Dunque a fronte di una popolazione odierna in Brasile di 182 milioni di abitanti, visto che a partire dal 1875 ha accolto non meno di 1 milione e 200 mila italiani è logico affermare per difetto che i discendenti di oggi arrivino a 25 milioni di individui.
Nello stato di Rio Grande do Sul ci sono oggi circa 11 milioni di abitanti e calcolando che sono arrivati tra gli 80 e 100 mila italiani abbiamo calcolato che oggi ci sono tra i 2,5 -3 milioni di discendenti d’origine italiana. In questo stato l’emigrante ha visto avverarsi il sogno di possedere la terra e molti discendenti nel corso del ‘900 si spostarono in altri stati quali Santa Catarina, Paranà, Goiàse Mato Grosso dove vi era offerta di terre, altrimenti i discendenti in Rio Grande do Sul sarebbero molti di più .
Lo stato di San Paolo ha circa 38 milioni d’abitanti e tra il 1890 e il 1929 ha accolto circa 2 milioni d’immigrati di  diversa provenienza, così suddivisi: un terzo circa (695 mila) italiani ; 375 mila spagnoli 364 mila portoghesi. Nel 1911 secondo quando afferma Enrico Ferri nel libro “L’Italia e l’America meridionale” la metà della popolazione della città di San Paolo era italiana.  Secondo quando scritto nel bollettino  del dipartimento dellemigrazione di San Paolo nel 1952 tra il 1879 e il 1951 entrarono a San Paolo 968 mila italiani il 38% del totale.  Altre fonti,  parlano di 1,5 – 2 milioni ma sono esagerate secondo me.  Un’altro gruppo di ricercatori parla che tra il 1875 e il  1914 sarebbero entrati  a San Paolo 1,2 milioni di italiani . Quindi oggi dovremmo avere circa 20 milioni di  discendenti . Per gli altri stati gli arrivi tra il 1876 e il 1914 : Santa Catarina  (oggi 5,6 milioni di abitanti)  30 mila italiani ; Paranà  (oggi 10 milioni di abitanti ) 20 mila italiani; Espirito Santo (oggi 3,3 milioni di abitanti)  50 mila italiani ; Minas Geiras (ogg i19 milioni di abitanti ) 47 mila italiani. Alla domanda sull’emigrazione mantovana, scuote la testa e dice, i mantovani non erano molto considerati, erano una minoranza e presto sono stati inglobati nelle etnie prevalenti.
Riusciamo a fatica a scegliere una trentina di libri tra quelli più interessanti, giusto 22 chili di importantissimi fogli di carta da inserire nel bagaglio, di più non è permesso dalla compagnia aerea, prima di congedarci a malincuore  da questo tempio di conoscenza dedicato all’emigrazione. Un abbraccio e una vigorosa stretta di mano mentre un gatto nero fa capolino e poi saltella tra i libri e il frate con un sorriso ci dice: anche Obama vi saluta !  Fuori splende il sole e già sembra di aver cambiato epoca, paese, vita…  Mentre il taxi ci riporta al caos della città un ultimo sguardo alla figura che ci saluta con la mano e gia iniziano i rimpianti di non avere un tempo maggiore per poter fare le molteplici domande che ci sono restate dentro.
A casa, leggendo il libro che gentilmente mi ha regalato con dedica tutta speciale che recita : “Pietro te pol esser el Pietro dea cultura Taliana come San Pietro ze la rocia dea Cesa”  voglio trascrivere uno stralcio,  parte dell’intervista rilasciata da fra’ Rovilio a Ivette Brandalise per FM Cultura in occasione della Fiera del libro di Porto Alegre nel 2005 di cui era il direttore. Nelle sue domande la giornalista ripercorre le tappe della vita di Fra’ Rovilio,  dall’infanzia fino ad oggi e tra le altre cose gli ha chiesto se aveva avuto una fidanzata , al che il frate ha risposto: “avevo una pretendente ma nulla di più anche perchè a 12 anni sono entrato in Seminario – poi aggiunge- quando ero professore della Facoltà di Educazione UFRGS senza che io abbia fatto nulla per incoraggiarla c’era una pretendente che si è presentata a me dicendo : ‘Questa è l’ultima proposta ‘ – al che io risposiHei e qual’è stata la prima ? – lei rispose: ‘il mio sogno è sposarmi con te!’ – qui il frate fa una confidenza alla giornalista e dice: e tu Ivete, sai che era una ragazza spettacolare –  poi la risposta data alla ragazza: Se decidessi di sposarmi, la mia donna ideale saresti tu perchè non c’è un’altra alunna come te – ‘Ma allora perchè mi dice no, professore ?’- aggiunse lei.-  Perchè io sono un uomo molto ricco e tu vuoi sposarti con me che ho molti più anni di te, per impossessarti dei miei beni – ‘Ma quali proprietà possiedi’ – rispose la ragazza – Casualmente ieri ho trovato i nomi di più di 1300 ragazze che sono state mie allieve, tutte mie amiche, se ascolto te,  perdo queste 1300 amiche. Tu mi priveresti del mio maggior bene !!  E così è stato.  Oggi siamo ancora grandi amici. Ho celebrato il suo matrimonio e battezzato i suoi quattro figli, di tanto in tanto lei e il marito vengono a messa e facciamo quattro risate ricordando il passato. Questo credo basti a far capire cosa e chi sia fra’ Rovilio Costa.
Frei Rovilio Costa nasce a Veranopolis, Rio Grande do Sul nel 1934, Francescano cappuccino, sacerdote dal 1960, dal  1968 risiede a Porto Alegre dove è stato Professore nella Facoltà di Educazione nell’Università Federale Di Rio Grande do Sul.  Membro del Consiglio di Stato della cultura libero docente in Antropologia Culturale. Ha creato nel 1973 la collana editoriale EST. Cittadino onorario di numerose città e membro di prestigiosi istituti letterari e culturali. Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana

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