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Lo studio dell’emigrazione lombarda

L’emigrazione lombarda, è finalmente on-line nei siti gestiti dall’Associazione dei Mantovani nel Mondo con finanziamenti da parte della Regione Lombardia. Il responsabile del progetto è stato il dott. Alessandro Colombo di IRER, mentre il gruppo di lavoro tecnico è stato diretto da Giuseppe Costa, Dirigente Relazioni Internazionali di Regione Lombardia.  Il gruppo di ricerca è costituito da Patrizia Audenino, professore associato di storia contemporanea, Università degli Studi di Milano, Facoltà di Scienze Politiche; Marina Cavalera, professore associato di storia moderna, Università degli Studi di Milano, Facoltà di Scienze Politiche; Daniele Marconcini, presidente dell’Associazione dei Mantovani nel Mondo di Mantova e Ernesto R Milani, ricercatore di storia dell’emigrazione – Lombardi nel Mondo.

La ricerca intende ampliare il quadro storiografico riguardante l’emigrazione lombarda, finora di dimensioni chiaramente ridotte nonostante la sua rilevanza in ambito nazionale, attraverso una prima raccolta sistematica delle informazioni di base sul fenomeno migratorio lombardo che può essere facilmente usufruita da un pubblico vastissimo. A questo proposito si è sistematizzata la bibliografia esistente  sull’emigrazione lombarda  e la realizzazione dei primi strumenti divulgativi per documentarla, soprattutto rispetto all’emigrazione specialistica per eccellenza, nelle sue forme più significative. Nei secoli passati, infatti,  l’emigrazione  lombarda non è stata soltanto di sopravvivenza: molti lombardi sono emigrati con funzioni specialistiche e di eccellenza che hanno rappresentato figure di primo piano nelle nazioni ospitanti, come evidenziato dalle schede biografiche del quarto capitolo. Questa ricerca fornisce quindi una prima ricostruzione organica di tale passato migratorio contestando il paradigma pauperistico dell’emigrazione italiana sempre identificata con il sottosviluppo e la mancata industrializzazione. Lo studio rileva come l’emigrazione lombarda abbia convissuto invece con la storia economica delle province con spiccate caratteristiche innovative in campo industriale, ponendo quindi il problema, ancora poco indagato e dettagliato, del  rapporto tra mobilità della popolazione e sviluppo economico.

Una migliore conoscenza della storia economica e delle componenti che ne hanno favorito e mantenuto i successi industriali è il primo fondamentale elemento di risposta a una maggiore consapevolezza del passato migratorio della Lombardia e del suo inserimento nella storia sia regionale sia nazionale. Tra il 1876 e il 1900 l’oltre mezzo milione di lombardi espatriati pone la Lombardia al quarto posto tra le regioni più mobili del Paese dopo Veneto, Friuli e Piemonte con un tasso del 9.9%. Gli oltre 823.000 migranti tra 1900 e 1915 rappresentano ancora il 9.4 % di tutta l’emigrazione italiana. L’importanza numerica del primo periodo mette in risalto l’ esperienza migratoria precedente l’unità d’Italia.

La ridefinizione storica dell’emigrazione lombarda permette così di ricostruire la storia del Paese ma anche di un’identità locale e regionale che si può riassumere in quattro punti :

  1. Necessità di approfondire la dimensione storica dell’economia lombarda
  2. Analisi della formazione del carattere regionale per poter rispondere adeguatamente alle prospettive multietniche della nostra società presente e futura
  3. Esigenza di conoscere meglio la specificità della struttura produttiva che si è sviluppata attraverso l’emigrazione
  4. Identificazione degli insediamenti e delle attività dei lombardi all’estero  per attivare scambi reciproci di assistenza  da parte della regione e per riaffermare la loro appartenenza originaria.

La ricerca si divide in due parti. La prima, strutturata i n quattro capitoli, si propone come strumento iniziale per una storia dell’emigrazione lombarda. Il primo capitolo introduce una sintesi dell’emigrazione lombarda illustrandone la cronologia, la dimensione, la geografia delle destinazioni nazionali ed estere, i protagonisti e le loro attività, il ruolo femminile e l’importanza delle risorse finanziarie, le comunità all’estero e le caratteristiche dell’emigrazione della seconda metà del Novecento e di quella attuale.

Il secondo capitolo analizza la tradizione regionale migratoria moderna. I tre paragrafi illustrano i confini e le traiettorie dei sistemi migratori lombardi; i fattori espulsivi  e le competenze di mestiere che hanno motivato le partenze ed infine le migrazioni di fine secolo XVIII fino alla rivoluzione francese.

Il terzo capitolo verte sugli ultimi due secoli con un forte accento sulla mobilità della regione alpina con analisi sulle catene migratorie e sulle comunità sedimentate all’estero con la possibilità di un raffronto comparativo con le altre migrazioni delle regioni settentrionali.

Il quarto capitolo presenta ventiquattro biografie di lombardi attivi all’estero, e noti per le loro attività, che sono raccolte secondo le aree geografiche d’azione dei vari protagonisti.

Il quinto capitolo contiene il primo esempio  di bibliografia ragionata delle migrazione lombarda.

L’appendice presenta un dossier sulle attività delle associazioni lombardi attive oggi nel mondo, con una raccolta di biografie degli esponenti di dette associazioni. Il dossier, legato all’esperienza dell’emigrazione dal Mantovano, esemplifica la ricchezza dell’attualità del fenomeno migratorio lombardo e l’ampiezza della ricerca da svolgere sull’emigrazione lombarda contemporanea e sull’iniziativa dei lombardi all’estero.

Il testo si chiude con una nota sulla storia della presenza lombarda in Messico dalla riscoperta del continente fino alla metà del XVIII secolo

Ernesto R Milani  Ernesto.milani@gmail.com