La nostra colonna sonora in auto sono le note della musica di Marco, a volte dolci e romantiche a volte ritmate ed allegre. Un privilegio averlo con noi, vista la sua straordinaria esperienza professionale nel mondo musicale con collaborazioni di rilievo nel panorama internazionale, tra le tante, ricordiamo quella con Mogol, con il quale ha lavorato diversi anni come assistente e docente ai corsi presso la scuola fondata dal Maestro. Assaporiamo questa combinazione di suoni e colori riempiendoci gli occhi di un paesaggio per Marco e per me finora sconosciuto. Ci attende un paese in festa con tanto di sfilata dei famosi “carretti siciliani”: una tradizione che viene dai tempi più lontani e persiste grazie ai pochi artigiani che con metodo e arte creano questi preziosi calessi variopinti. Addobbati secondo le antiche tradizioni sono stati di ottima fattura e tutti dipinti con scene che hanno attinto alla letteratura dei cavalieri della “Tavola rotonda” secondo il ciclo di Carlo Magno e Re Artù. Ne segue uno spettacolo di folklore con balli e canti locali, ovviamente tutto “made in Sicilia”.
In questo scenario di festa e allegria pian piano arriverà buona parte dei partecipanti all’incontro che avrà inizio il giorno dopo. Il sindaco di Pietraperzia, dott. Emma Vincenzo, e la sua amministrazione comunale, accoglie le varie delegazioni con la cordialità e ospitalità tipica del Sud d’Italia, con la simpatia e la voglia di raccontare e mostrare questa Sicilia ricca di cultura e natura, di sapori forti, intensi…che ovviamente abbiamo potuto apprezzare durante la succulenta cena offerta dall’organizzazione locale nella romantica cornice di un paesaggio suggestivo ed emotivo. Arancini siciliani, bruschette al pomodoro e basilico, pizza dai mille gusti: sapori genuini, sapori di una terra ricca e generosa.
( 7 agosto ) Nuovamente in viaggio, destinazione Regalbuto. Passiamo per Caltanisseta, attraversiamo colline piene di storia e cultura e ancora tanta natura, a volte desolata, a volte dura… un paesaggio in cui il tempo sembra essersi fermato ma che offre scenari di pace silente e visioni d’incanto. Finalmente arriviamo a Regalbuto, cittadina di 6000 abitanti fondata nel 420 a.C. con il nome di Amasélon. Per la sua posizione strategica i Saraceni edificarono sulla cima del monte San Giorgio la fortezza che chiamarono “Butah” ossia casale. In seguito il casale si ingrandì fino a diventare un grosso agglomerato che i Saraceni chiamarono “Rahl Butah” ossia casale-villaggio. Tra il XV e il XVI secolo, durante la dominazione spagnola, Regalbuto visse un periodo di benessere e tale prosperità fu legata alla presenza della Chiesa e all’insediamento di numerosi ordini religiosi: domenicani, agostiniani, carmelitani, cappuccini e gesuiti. Dalla metà del ‘600 diventa centro culturale di grande rilievo per la presenza dei più importanti ordini monastici ad opera dei quali successivamente fu aperta la prima scuola pubblica di grammatica e poi per l’insegnamento delle scienze umane e della retorica. Nonostante il duro colpo inferto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, il fascino cittadino è ancora rappresentato non solo dall’impianto urbano medievale ma anche da monumenti sacri e civili espressione del barocco siciliano, insieme ai palazzi signorili. Tra i cittadini illustri è doveroso ricordare il famoso medico Giovanni Filippo Ingrassia (1510), il sacerdote Don Giuseppe Campione (1878), collaboratore di Don Luigi Sturzo, l’insigne odontoiatra Salvatore Citelli (1845) ed il politico Riccardo Lombardi (1901).
Arrivati in città, l’intera delegazione viene accolta presso il Municipio dove il sindaco, dott. Gaetano Punzi, da i saluti di benvenuto e, dopo un delizioso buffet, presenta la guida turistica che avrebbe accompagnato a conoscere la città. Quindici chiese nella sola Regalbuto, molte delle quali abbiamo potuto visitare in modo eccezionale visto che il resto dell’anno sono chiuse al pubblico per problemi di sicurezza. Con rammarico si è visto l’abbandono in cui versano molte opere d’arte, un patrimonio inestimabile che non può contare con finanziamenti per il restauro. Ma allo stesso tempo si è notato lo sforzo e l’impegno di molti giovani della proloco locale a mostrare, raccontare e difendere tale patrimonio culturale, nonostante le poche risorse. Sintetizziamo lo spirito di queste persone riportando lo slogam che il Comune ha affisso all’entrata di ogni monumento religioso: “Chiese aperte. Un bene nascosto è un bene rubato”. Sicuramente un bene rubato alla storia e alla conoscenza, un bene rubato alle generazioni future.
Nel pomeriggio si è aperta ufficialmente la conferenza del 5° Incontro Internazionale degli Italiani nel Mondo presso il Cine Teatro Comunale Urania. Numerosi i partecipanti, ricordiamo Jerry Valerio (Presidente A.S.U. Associazioni Siciliani uniti di New York – Brooklin), Tony Noiosi (consulta regionale siciliana per l’emigrazione in Australia- Sidney), Filippo Marotta ( Presidente Associazione di Promozione Culturale Siciliana di Pietraperzia e Barrafranca in Lombardia), Angelo Arancio Febo (Presidente Filitalia International – Chapter Liguria – Imperia), Ladys Pittavino (Centro Socio Culturale “Piemontes” – Santa Fe- Argentina). Tra coloro che hanno ricevuto il Premio Internazionale degli Italiani nel Mondo “Guglielmo Marconi”, Ernesto Filoso (Premio Igor Man – 1922-2009) alla carriera e Daniele Marconcini (Premio Rino Zandonai) alla carriera che, con emozione, ha ricordato l’amico scomparso, grande conoscitore dell’associazionismo e dell’emigrazione italiana nel mondo. Riscatto la frase di Jerry Valerio: “La Sicilia è bella, amiamola !”. E’ bella nonostante il degrado, l’abbandono e la corruzione. E’ bella perché è una terra ricca, generosa, creativa, allegra, piena di risorse. Noi tutti ci auguriamo che questa Regione si avvii verso un reale cambiamento e rinnovamento. Al termine dell’Incontro, i partecipanti hanno potuto apprezzare una splendida cena conviviale nei pressi del Lago Pozzillo, importante serbatoio d’acqua mirato a irrigare le arse campagne isolane.
( 8 agosto ) Si chiude l’Incontro con il Premio Internazionale dei Siciliani nel Mondo “Proserpina 2010” consegnato dal presidente Rosa Di Bella a Enzo Farinella (Dublino), a Sicilian Cultural Association of Saint Luis – Missouri (Stati Uniti d’America), all’Azienda Agricola e Vitivinicola Pupillo – Targia, alla città di Regalbuto e di Agrigento. Quindi ai rappresentanti di quella sicilianità che, in Italia e all’estero, tengono alto il nome di una terra che si sa distinguere anche per la laboriosità, l’intelligenza e la solidarietà.
Marta Carrer