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Marta Carrer intervistata da Pietro Liberati

Con  Marta ci siamo conosciuti nel periodo in cui frequentava  il corso organizzato dall’Associazione per ‘Esperti e Formatori per l’emergenza socio-assistenziale e degli indigenti in Argentina’ e da allora abbiamo frequenti contatti , non ultimo, il viaggio effettuato nel gennaio scorso in sudamerica. Tralasciandone i dati anagrafici posso affermare  che Marta ha dato una svolta positiva a tutta l’Associazione. L’essere punto di riferimento all’altro capo dell’oceano unito alla sua capacità organizzativa. impegno, costanza e serietà ha permesso a tutta l’Associazione di crescere sia d’importanza che in qualità. Il suo lavoro nelle vesti di caporedattore del Portale dei Lombardi nel Mondo, e maggiormente l’impegno sul campo  per lo sviluppo e la finalizzazione dei progetti di solidarietà sociale  che ha permesso l’erogazione, dalla Regione Lombardia, dei fondi a favore degli indigendi lombardi. Lavori svolti con passione, competenza e abnegazione che la rende oggi una colonna insostuibile dell’Associazione in sudamerica. Ma anche nei brevi periodi in cui rientra in Italia non è raro trovarla al computer nella sede di via Mazzini  circondata da fogli di appunti, a programmare progetti e incontri. Sicuramente le sue parole sono migliori delle mie per spiegare … Chi è Marta Carrer?

Caro Pietro, inizio a rispondere a questa difficile domanda partendo dal presente. Vivo in Argentina da qualche anno, sono arrivata a questa terra del profondo sud del mondo spinta dal Destino, sembrerà un po’ poetico e forse romantico ma chi conosce bene la mia storia sa che c’è il suo zampino!
Qui ho famiglia, non posso non dire che da un anno e mezzo sono mamma di un meraviglioso italo-argentino (tutto un cocco di mamma!!!) e collaboro con l’Associazione dei Mantovani nel Mondo come coordinatrice progetti in America Latina. Lascio alle mie spalle un paesino della provincia di Treviso, dove sono nata, la mia amata Venezia, dove ho fatto l’Univestità e qualche altro angolo del mondo che ho avuto la fortuna di conoscere e vivere. Sono senz’altro il frutto di questo peregrinare…dell’alma…

Qual’è stata la “molla” che ti ha spinto a girare il mondo ??

Per il lavoro di mio padre fin da piccola ho viaggiato parecchio con la mia famiglia: ho vissuto quasi in tutta l’Italia e ricordo con allegria la tappa esotica dell’Algeria. Mi sono sempre sentita un po’ nomade ma allo stesso tempo ho sempre conservato i legami con la mia terra, le mie origini. Credo che questo mi abbia “abituata” al viaggio e svegliato in me la curiosità per il mondo, i popoli, le diverse culture. Tanto è vero che dopo la laurea in filosofia a Venezia mi sono specializzata in mediazione interculturale a Madrid dove ho lavorato per anni con immigranti di varie nazionalità. Piano piano il Destino mi ha portata lontano, nel Nuovo Mondo, mi ha confermato la mia condizione di emigrata e, adesso, mi da l’opportunità di lavorare con le collettività italiane (lombarde) all’estero. Insomma, il mondo dell’emigrazione prima di essere oggetto di studio e lavoro è parte del mio vissuto. Una grande ricchezza: l’incontro con l’Altro ti mette davanti allo specchio, ti costringe a definirti. Per questo, chissà, mi sento più italiana fuori dall’Italia, quando il diverso che mi circonda mi obbliga a tratteggiare i caratteri della mia persona e della mia cultura. Mi permetto di dire che solo chi vive questa condizione conosce le molte sfumature delle mie parole… Non è facile vivere “fuori”. Una volta tirate fuori le radici non è più possibile piantarle in nessun altro luogo. Ci si sente estranei al vecchio e al nuovo. Credo che da questo sentimento nasce la Nostalgia che qui a Buenos Aires ho la fortuna di “ascoltare” sulle note del tango…

L’essere italiana in un paese straniero, a parte la lingua, ti ha agevolato o creato maggiori problemi rispetto ad un’altra nazionalità?

In tutti i Paesi in cui ho vissuto, l’essere italiana non mi ha mai comportato alcun problema. A differenza che in Europa, però, in Argentina (ma questo direi che vale anche per l’Uruguay e il Venezuela) l’italianità è un legame di appartenenza. Qui il 60% della popolazione ha sangue italiano, tutti sanno qualche parola (magari il dialetto dei nonni), la città di Buenos Aires racconta l’Italia in ogni suo angolo. Sarà per questo che mi sento più a casa qui che in Spagna, dove ho vissuto per molti anni.

Da qualche anno vivi in Argentina parlaci un po’ di questo grande paese e della  sua gente, le tue impressioni, considerazioni…

Non mi risulta facile parlare dell’Argentina. E’ come se non ne fossi ancora pronta. Mi sfuggono le sue logiche, certe dinamiche. Da una parte sento il cuore di un Paese generoso, che apre le braccia, che offre opportunità. Dall’altra, l’instabilità, la fugacità, il tutto e subito. E’ difficile programmare, perdurare. A Buenos Aires tutti corrono e spesso mi domando se sanno dove vanno. Basta uscire dalle grandi città e il tempo, all’improvviso, si ferma. Non c’è futuro, solo Presente. Ci sono tante Argentine, quindi: Buenos Aires, con il suo egocentrismo, il Nord, povero e meravigliosamente bello, il Sud, ricco e sconfinato. Tanta diversità in un unico Paese non è facile da raccontare. Sento però che la vera Argentina, non è qui, in questa Buenos Aires che non riesce a definire se stessa e vive guardando fuori, chissà oltreoceano…

Come valuti l’esperienza di collaborazione con l’Ass.Mantovani nel mondo ed in particolare il tuo ruolo nella redazione del portale dei lombardi

All’Associazione Mantovani nel Mondo mi lega innanzitutto un vincolo d’affetto. Non è poco aggiungere che sono stata “accettata” seppur veneta – lo dico con ironia –  questo perché nell’ Associazione si apprezzano più le professionalità che l’appartenenza regionale! La mia formazione sull’emigrazione italiana all’estero, il mio lavoro in America Latina sia sul piano dei progetti sociali che come caporedattore delle aree del Portale dei Lombardi nel Mondo inerenti al Sudamerica, sono il frutto di 5 anni di collaborazione con questo meraviglioso gruppo di persone che, professionisti in diversi settori, offrono all’A.M.M. competenza, impegno, capacità e dedizione. Sono particolarmente orgogliosa di poter coordinare un progetto di aiuto agli indigenti lombardi in America Latina che ormai da anni la Regione Lombardia finanzia al nostro sodalizio.  Proprio in questi giorni l’Associazione ha erogato il contributo di solidarietà del 2008. Stiamo ricevendo i ringraziamenti da molti corregionali ai quali l’avventura dell’emigrazione non è andata bene, che vivono l’abbandono e l’indigenza lontani… lontani da quella terra che rappresenterà per sempre la loro Casa. E i ringraziamenti delle autorità consolari che, in questi tempi di tagli e “carestia”, valorizzano il finanzimento regionale. Molte di queste Storie, di lombardi e italiani all’estero, le stiamo raccongliendo e pubblicando nel nostro Portale che sta divendo sempre di più la voce di molti italiani fuori dall’Italia. Insomma, se poi condiamo tutto questo con un buon risotto alla mantovana fatto dagli amici dell’Associazione, un buon bicchiere di vino e le note del nostro amico musicista Stefano Guerresi, anch’egli appartenente ad A.M.M., la mia esperienza parlerebbe anche di amicizia, affetto e stima. Non può che essere positiva, quindi.

Grazie Marta,  anche per le parole: ‘amicizia, affetto e stima… che sono reciproche,  Pietro Liberati