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Pascal Ottaviani, un mantovano in Senegal

Pascal Ottaviani, di origine mantovana, coglie al volo la sfida lanciata da suo padre, insieme creano dal nulla una società, la Baobab Fruit Company Senegal, prima al mondo, che commercializza il frutto del baobab. La società ha sede in Senegal e dà lavoro a più di 1.000 senegalesi

Ciao Pascal, puoi farci brevemente una tua presentazione?
Dopo una mancata Laurea in informatica ed un lungo trascorso da Responsabile al Personale ed agli acquisti in alcuni locali notturni in Emilia Romagna, mi sono avvicinato a mio padre, allora tecnologo alimentare e sviluppatore di nuovi prodotti nel 1998.
Come è nata la storia di BFCS
Nel 1998, al ritorno da un viaggio in Mali, come tecnologo alimentare per la banca mondiale, Mauro Ottaviani si fermò in Senegal, per la precisione nelle città santa di Touba. A pranzo, due Marabou gli offrirono un lauto pranzo e alla fine, gli proposero un fresco “succo di Baobab”. Ne restò folgorato e alla richiesta di come il succo fosse prodotto, vista la siccità di quelle aree, capì che il Baobab produceva frutti da una polpa disidratata naturalmente all’interno del frutto. Portò con sè una decina di chili di questo frutto ed iniziò le ricerche. Si rese conto che nessuno al mondo, fino ad allora, aveva provato a trasformare il Frutto di Baobab in prodotto industriale alimentare, vendibile nel mercato mondiale. Dopo due anni di ricerche e di idee, mise a punto le macchine per la trasformazione. Mi chiese, nel Gennaio del 2000, se avessi voluto seguirlo in quella folle avventura. Avevo 24 ore di tempo per decidere. Dopo 6 ore mi presentai alla sua porta e dissi che era l’unica cosa che volevo fare. Stare con lui e seguirlo nella sua folle idea. Ci sarebbero voluti anni ma il frutto presentava caratteristiche uniche e il marketing sarebbe stato pionieristico.

Nacque così la Baobab Fruit Company. Prima società al mondo a raccogliere, trasformare e commercializzare derivati del Baobab. Dopo solo un anno, conoscemmo Laudana Zorzella, braccio e mente operativa di un ONG italiana. Laudana fu folgorata ed “entrò nel tunnel del Baobab” dopo una sola settimana dalla nostra conoscenza. Mauro era capace di trasmettere un entusiasmo ed una fede, che pochi potevano ignorare. Grazie a Laudana provammo ad aprire una seconda unità produttiva in Mali, ma la partnership (obbligata) con il partner locale Maliano ci obbligò a lasciare il Paese. Nel 2004, si creò una nuova società, sempre senegalese, formata da soli partner italiani, Baobab Fruit Company Senegal. Io, Mauro e Laudana ci lanciammo in questa nuova avventura, a Thies. Nel 2006, per poter ovviare ai comuni problemi di logistica, si creò la succursale Italiana della BFCS, ad oggi operativa, a Poggio Rusco (MN). Oggi, BFCS Italia è gestita da Sonia Manzi, socia di BFCS ed abile imprenditrice e mente commerciale della BFCS. Io mi occupo della Raccolta nell’East Senegal e della produzione a Thies e Laudana dell’amministrazione e della logistica. BFCS offre lavoro a oltre 200 persone impiegate nella trasformazione ed oltre 1000 nella raccolta. Martin Spaeth, italo-svizzero d’adozione austriaca, si occupa della ricerca e sviluppo.

E’ stato difficile realizzare questo vostro sogno?

La più grande difficoltà è stata l’imposizione del prodotto nel mercato mondiale e le risorse economiche (private) per poter aumentare la qualità e la quantità dei prodotti. Abbiamo ovviato rimboccandoci le maniche, risparmiando all’osso ogni spesa, portando quasi a zero i nostri salari. L’aiuto di Stefano Manfredini e del Team Ambrosialab di Ferrara ha aiutato il baobab ad entrare nelle più prestigiose riviste scientifiche mondiali.

Com’è la vita in Senegal?
C’è sempre caldo, si vive una vita “leggera” e priva degli stress portati dalla crisi europea e dalle scelte del governo italiano. Spesso si ha più voglia e tempo da dedicare ai propri interessi e allo sviluppo di nuove idee. Il popolo senegalese è pacifico – il loro detto è : ”DIAM REK”, LA PACE SEMPRE – e disponibile. E’ un popolo giovane e le terre qui sono ricche. Il governo inoltre, grazie all’ APIX, permette alle società – anche 100% di compagine estera, come noi – di essere esonerati dall’IVA, di usufruire di una tassazione inferiore e di esportare senza problemi nel resto del mondo senza pagare “mazzette”. Non è facile, ma se si decide di lavorare nella TOTALE LEGALITA’ i vantaggi sono immensi.

Ci sono italiani là, avete contatti, vi frequentate?
Pochi italiani imprenditori qui, perlomeno a Thies. Direi che non ce ne sono. Molti ragazzi giovani impiegati dalle ONG o dalle Associazioni, ragazzi che si fermano un anno e poi ripartono per altri lidi. Personalmente frequento molti Belgi e Francesi e casa mia è sempre aperta per una superlasagna o un piatto di caplet fat in cà [una specialità mantovana, una sorta di tortellini, agnolini in mantovano, che si mangiano preferibilmente in brodo – ndr]. La disputa di Vino e Formaggio Italiano contro Francese è ormai consueta, ma ahimè per i Francesi, VINCIAMO SEMPRE NOI. Lo stracchino regna. Pardon.

Com’è essere italiani all’estero, hai nostalgia dell’Italia?
Moltissima nostalgia degli aperitivi nella mia rossa Bologna e nella nebbiosa Sermide, delle chiacchierate con mia Madre e delle avventure con mia sorella. Torno, quando posso, ogni tre o quattro mesi.

Come vedono l’Italia e gli italiani dal Senegal?
Tutti vorrebbero visitare l’ Italia ma il governo Italiano non permette l’immigrazione così facilmente. Quindi si vive una forte Gelosia. Grande rispetto reciproco.

Grazie tante, ciao, in bocca al lupo!
Intervista raccolta da Claudio Scaglioni

Worldwide Commercial, Extractions, R&D, Organic Import  http://www.baobabfruitco.com/
Via A. Mondadori, 11  46025 – Poggio Rusco (MN)
Tel Office: +39 0386 734463 Fax:   +39 0376 1760110  bfcs@baobabfruitco.com