Il 18 marzo è la festa di S. Anselmo, patrono di Mantova (che alcuni confondono con Anselmo d’Aosta, suo omonimo e contemporaneo famoso per la prova ontologica dell’esistenza di Dio). Anselmo morì il 18 marzo del 1086 e, in considerazione dell’enorme devozione dei mantovani e dei numerosi miracoli fu canonizzato l’anno successivo dal papa Vittore III e divenne probabilmente subito patrono di Mantova. La festività è da sempre molto sentita, prova ne sia l’afflusso dei fedeli in cattedrale per venerare il corpo incorrotto di Anselmo, conservato sotto l’altar maggiore. Ancora oggi in dialetto si dice Sant’Inselum sant’in dom (Sant’Anselmo, santo in duomo). Vi proponiamo allora 5 cose che forse non sapevate del patrono di Mantova.
Non fu mai vescovo di Mantova – Nonostante sia il patrono di Mantova Anselmo non ricoprì mai il ruolo di vescovo della nostra città. Anselmo prese il nome dalla zio omonimo e viene chiamato “da Baggio” proprio per la sua provenienza milanese (nacque a Milano nel 1035 circa) e “di Lucca” proprio perché fu nominato vescovo della città toscana nel 1073. Il futuro santo fu esiliato da Lucca da parte dell’imperatore Enrico IV a causa della sua posizione favorevole al papa Gregorio VII durante la lotta per le investiture. Per questo motivo si rifugiò a Mantova dove morì il 18 marzo del 1086.
Era un monaco benedettino – Anselmo diventò monaco benedettino nel 1075 quando lasciò la città di Lucca per entrare nell’abbazia di Saint-Gilles, nella Francia meridionale. Il futuro santo aveva lasciato la città per una disputa relativa alla sua investitura. Fu il papa Gregorio VII a richiamarlo a Luca dove rientrò nel Natale del 1075. Il papa procedette ad una nuova investitura ma accettò il desiderio di Anselmo di continuare a vestire l’abito religioso. Per questo Anselmo si fece sempre chiamare “vescovo e monaco” e quando morì chiese di essere sepolto al monastero di San Benedetto in Polirone. Sarà Bonizone di Sutri al suo funerale a imporre invece la sepoltura in Duomo perché ad un Vescovo si addice la cattedrale (anche se nel caso di Anselmo non era la sua).
Era nipote di un papa – il papa Alessandro II era lo zio di Anselmo. Il futuro patrono di Mantova infatti fu chiamato così proprio in onore di suo zio Anselmo da Baggio che fu canonico della cattedrale milanese. Il canonico Anselmo fu nominato vescovo di Lucca nel 1057 e diventò Papa nel 1061 fino a quando morì nel 1073 quando gli succedette sul soglio pontificio Gregorio VII. La vita di Alessandro II fu movimentata dall’elezione di un antipapa, il vescovo di Parma Cadalo, che prese il nome di Onorio II. Fu proprio a Mantova che si tenne un concilio che confermò ad Alessandro II il titolo di Papa (se ne conserva memoria in un affresco in cattedrale).
Fu consigliere di Matilde di Canossa – fu Gregorio VII ad affiancarlo a Matilde di Canossa come consigliere politico, ruolo che probabilmente lo portò a essere presente al Castello di Canossa nell’inverno del 1077, quando l’imperatore venne a chiedere perdono al papa Gregorio VII chiedendogli di togliergli la scomunica. La grande fiducia che il papa riponeva in Anselmo lo portò a nominarlo anche Legato per la Lombardia, un ruolo fondamentale per l’attuazione della riforma Gregoriana e che rafforzò il ruolo politico e diplomatico del futuro patrono di Mantova. Matilde gli era molto legata e partecipò al suo funerale a Mantova.
La Madonna miracolosa – Anselmo era solito pregare davanti ad un’immagine della Madonna con bambino, posta tra l’antica chiesa di San Paolo e la cattedrale. La devozione del futuro santo per la Vergine era talmente forte che la tradizione racconta di un miracolo. L’immagine della Madonna infatti sembra abbia parlato con Anselmo chiedendogli di mettere la città sotto la sua protezione, cosa che il santo fece senza esitazione. L’immagine esiste tuttora ed è posta dietro l’altare della cappella di Santa Maria dei Voti, chiamata familiarmente dai mantovani l’Incoronata. Questa piccola chiesetta fu edificata nella seconda metà del quattrocento per volere del marchese Federico I Gonzaga e conserva al suo interno 6 corpi incorrotti di beati mantovani.
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