Cimbri sono presenti dal 1500 a Roverbella chiamati dai Gonzaga e concentrati nella frazione di Malavicina dove fu concesso lo Ius Patronato e cioè l’elezione diretta del Parroco da parte dei capifamiglia . Ancora oggi molte espressioni dialettali sono dell antico Cimbro. Le famiglie Cimbre sono Morandini, Vaia, Campostrini tanto per citarne alcuni. L’emigrazione è poi proseguita verso i Comuni di Roverbella, Marmirolo e Goito dagli anni 50 ai giorni nostri. Lo stesso Marconcini e’ di origine Cimbra
I Cimbri, un popolo di coloni che, dalla Baviera o dal Tirolo, si stanziarono sui Monti Lessini Veronesi a partire, secono le ipotesi storiche più accreditate, dal 1287, anno in cui ottennero dal Vescovo di Verona, Bartolomeo della Scala il permesso di insediarsi nel territorio montano della Lessinia. Il primo nucleo di qusesto insediamento fu il comune di Roverè Veronese. In circa 150 anni vennero poi costituite altre 13 comunità: Erbezzo, Bosco con Frizzolana, Valdiporro, Cerro, Roveré, Velo, Azzarino, Camposilvano, Velo, San Mauro di Saline, Tavernole, Badia Calavena, San Bartolomeo delle Montagne, Selva di Progno.
Di queste antiche 13 comunità, riunite nel Vicariato della Montagna Alta del Carbon, e affidate ad un Vicario che si faceva consigliare dai Massari, gli uomini più saggi di ogni comunità, riunitI in gran Pubblica Vicina, sono rimasti oggi otto comuni: Erbezzo, Bosco Chiesanuova, Cerro Veronese, Velo Veronese, Roverè Veronese, San Mauro di Saline, Badia Calavenae Selva di Progno. Al centro di questi comuni spicca la piccola frazione diLjetzan-Giazza dove permane viva la tradizione linguistica dei Cimbri, una parlata di matrice alto-tedesca medioevale.
A tutela della lingua e delle tradizioni culturali dei Tredici Comuni Veronesi si dedica con passione e con amore l’associazione culturale Cimbri della Lessinia, costutuita nel 1974 con il nomeCuratorium Cimbricum Veronense. L’associazione si dedica alla conservazione della lingua, della cultura e delle tradizioni popolari con pubblicazioni, convegni, scambi culturali con le minoranze lingustiche di tutto il mondo, festivals, iniziative di conservazione dell’architettura e della religiosità popolare e manifestazioni popolari.
Scorpire i Cimbri è un viaggio in un mondo affascinante fatto di racconti e di fiabe, di vicende vissute e credenze popolari, di un’architettura di pietra unica al mondo, di antichi riti e di processioni, in un ambiente unico che vale la pena di conoscere e di visitare: la Lessinia, terra dei Cimbri. http://www.cimbri.it/
Vito Massalongo ha lanciato l’appello alla Commissione cultura della Provincia. Dopo l’azzeramento dei fondi pubblici, l’associazione si affida al sostegno per le attività di tutela della lingua e delle tradizioni. Dopo l’azzeramento dei fondi pubblici, l’associazione dei Cimbri della Lessinia chiede più tutele per la storia e la cultura della sua terra. Lancia l’appello Vito Massalongo, presidente del Curatorium cimbricum veronense, che è stato convocato dalla Commissione cultura della Provincia, presieduta da Ivan Castelletti, dopo che la questione è stata sollevata in una precedente commissione dal consigliere Giuseppe Campagnari, che ha presentato un’interrogazione accolta dal consigliere Adelino Brunelli. Nell’ultima commissione è stato Brunelli a ricordare l’attività di questa associazione culturale, che fu costituita nel 1974 col nome Curatorium cimbricum veronense per tutelare la lingua e le tradizioni culturali di Tredici Comuni, organizzando convegni, scambi culturali con le minoranze linguistiche di tutto il mondo, iniziative di conservazione di architettura e religiosità popolare. “Un’attività – ha spiegato Massalongo – che portiamo avanti per far conoscere il mondo dei Cimbri, un mondo affascinante fatto di racconti, fiabe, antichi riti, vicende vissute e credenze popolari, un viaggio tra architetture di pietra uniche“. Castelletti ha ricordato l’importanza del Museo dei Cimbri di Giazza, costruito negli anni ’70 dalla Comunità montana della Lessinia, per documentare le vicende storiche, linguistiche, culturali di questa comunità insediatasi in Lessinia dal 1287: “È il centro propulsore dell’attività culturale, editoriale, didattica e di valorizzazione linguistica dell’associazione, una minoranza storica sempre più difficile da tutelare concretamente. Nel 2001, quando si arrivò all’attuazione della legge a tutela delle minoranze storiche, furono stanziati fondi per progetti di tutte le minoranze italiane, ma, dal 2007, del budget iniziale è rimasto molto poco“. Come ha sottolineato Massalongo: “Sono aiuti sempre più limitati, irrisori, da destinare, tra l’altro, a progetti per tutta la Lessinia cimbra“. Un problema su cui Castelletti ha potuto solo dire: “Vista la carenza di fondi regionali e statali, dobbiamo auspicare che gli amministratori locali scelgano di tutelare le identità locali anche in occasione di manifestazioni tradizionali. Bisogna investire sulla nostra storia per garantire alle nostre comunità un futuro sulle carte geografiche culturali“. Nell’interrogazione, in discussione nel prossimo consiglio, Campagnari invita pure la Provincia a stanziare fondi a favore dell’associazione. Massalongo auspica che la Regione ripristinare quelli previsti in passato.