On. Franco Narducci, deputato del Pd eletto all’estero e presidente dell’Unaie
{youtube}wQxDMxmHGvA{/youtube}
UNAIE -AIKAL – CONVEGNO
ITALIANI NEL MONDO AMBASCIATORI DELL’EXPO’ DI MILANO 2015
A Milano, le vie dell’Expo 2015 passano attraverso la sussidiarietà. Questo quanto emerso nel corso del convegno sul tema della prossima Esposizione universale, incontro di presentazione dei progetti e occasione per ribadire l’importanza dell’interazione sinergica fra il genio creativo made in Italy e le forme dell’associazionismo e del volontariato, peculiare espressione della tradizione lombarda e meneghina del “saper fare” estesa anche alle capacità progettuali e imprenditoriali delle comunità italiane all’estero. Formigoni: “Noi vogliamo fare un Expo completamente ecologico, per esempio con la più grande zona attraversata da auto e veicoli elettrici del mondo.”
di Maurizio Pavani
Palazzo Pirelli, sede del Governo di Lombardia, martedì 29 novembre 2011: all’Auditorium Giorgio Gaber è in scena il Convegno “La Sussidiarietà verso Expo 2015- Una sfida per tutti”, incontro di presentazione dei contributi e dei progetti delle Comunità italiane verso Expo, organizzato dalle associazioni UNAIE (Unione Nazionale delle Associazioni degli Immigrati e degli Emigranti) e AIKAL (Associazione Internazionale Cultura Ambientale e Lavoro solidale) rappresentate dai rispettivi presidenti, On. Franco Narducci e Ettore Bonalberti e con il prezioso contributo dei relatori, note personalità del mondo imprenditoriale e dell’associazionismo, tra i quali, Daniele Marconcini (vice presidente UNAIE e AIKAL e direttore editoriale del Portale dei Lombardi nel Mondo,(ideatore del Progetto La Casa degli Italiani all’estero in Expo), Marco Stevanin (Terra – Le Comunità italiane in Balkan Area per Expo), Attilio Lombardi (presidente GiovaniperExpo – EXPOniti, i giovani per Expo), Giampiero Comolli (direttore associazione AltaMarca Colline del Veneto – UnPo per ExPO: la food valley padana per Expo).
Illuminati e applauditi al riguardo, gli interventi di Giuseppe Sala (amministratore delegato di Expo 2015) e del governatore di Lombardia, On. Roberto Formigoni che in chiusura dei lavori, nei loro rispettivi interventi, hanno incentrato l’attenzione generale su alcuni punti e nodi di fondamentale importanza: il reperimento di fondi e la disponibilità delle aree dedicate all’esposizione universale; a seguire altri aspetti meno afferenti alla schermaglia politica ma certamente più passionali: “L’Expo 2015 – ha infatti commentato Formigoni a margine del convegno – sarà il massimo evento internazionale del nostro paese nei prossimi anni al quale invitiamo a partecipare tutti quelli che sono interessati a un incontro che riguarderà i popoli del mondo.
Non vuole essere l’Expo di Milano e Lombardia ma di tutta Italia, a partire dalle regione vicine. Un Expo che vogliamo sia grande evento che metta sotto i riflettori l’eccellenza del nostro paese e al quale devono concorrere non soltanto le istituzioni ma anche i privati, le associazioni, i movimenti, i giovani e il mondo del volontariato, così come emerso con chiarezza nell’incontro di oggi. Le cifre lo dimostrano. Siamo gente che lavora, siamo la patria delle piccole e medie aziende, di chi fa prodotti di qualità che vengono esportati in tutto il mondo.
Anche nell’eno-gastronomia vogliamo metter in mostra tutte le nostre eccellenze che sono industriali ma anche agricole: la filiera alimentare e del vino come la filiera dei buoni prodotti; insomma, la filiera della qualità di quel made in Italy certificato e apprezzato in tutto il mondo. Quale simbolo di Expo 2015 vorrei veder scolpito nella memoria di tutti?
Sono tante cose! Soprattutto vogliamo fare un Expo che sia un evento popolare e nello stesso tempo un evento di grande approfondimento culturale; vogliamo essere ospitali nei confronti di tutti i Paesi che verranno e insieme far conoscere le eccellenze del nostro Paese. Noi vogliamo fare un Expo completamente ecologico, per esempio con la più grande zona attraversata da auto e veicoli elettrici del mondo.”
Dopo 109 anni dalla sua prima volta a Milano (1906), l’Expo ri-tornerà per la terza volta in Italia (la seconda a Torino nel 1911 ndr) per offrire a tutto il territorio lombardo e in generale alle regioni limitrofe e al Paese, un’importante opportunità di riscatto scientifico, culturale, tecnologico e d’immagine ma anche prezioso trampolino per realizzare una grande, unica e irripetibile avventura dell’uomo, capace non solo di far “vedere” ma in particolar modo di far “sentire, ascoltare e provare” tutti quegli eventi straordinari e fantastici che nel 2015, nell’arco di sei mesi, dal primo giorno di maggio all’ultimo di ottobre, sapremo allestire, organizzare e soprattutto rappresentare per quello che sarà il “made in Italy” dell’ingegno e della creatività, il tutto nel solco tracciato dal tema ispiratore dell’Esposizione Universale: “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, risultato vincente nella sfida con Smirne.
Un viaggio fantastico, totalmente dedicato alla nutrizione, conservazione dell’ambiente e generazione di energia per lo sviluppo della vita che nell’era di internet e delle tecnologie digitalizzate sarà possibile “vivere” anche distanza, in tempo reale dai computer di tutte le case del mondo. In questa ottica, la candidatura di Milano non è scaturita da una casualità e nemmeno l’aggiudicazione è derivata da favoritismi di sorta ma da considerazioni oggettive: gli 86 voti a favore contro i 65 della città turca di Smirne (anch’essa candidata a ospitare l’Expo ndr) lo testimoniano. Milano però aveva, anzi ha qualcosa in più. Ha il concetto.
Ha l’idea. Ha la capacita di scrivere, leggere e di ri-interpretare l’Esposizione Universale come un percorso futuristico sul tema della nutrizione e sostenibilità che nell’arco di sei mesi permetterà di coinvolgere tutti i visitatori in una moltitudine di eventi, iniziative e appuntamenti su un argomento d’interesse generale; un tema valido non solo per quelli che fisicamente si troveranno a Milano ma anche per coloro che dalle varie località artistiche, culturali e paesaggistiche della Lombardia o del Piemonte e del Veneto, vorranno anche per un solo giorno, entrare nella magica, così l’ha descritta Formigoni nel suo intervento – avventura umana dell’Expo. In Italia, il comparto del “cibo” conta infatti 36mila aziende artigianali e medie; 500mila di addetti e 100mld di euro di fatturato annuo.
Un’ottima performance raggiunta, oggi ancor più da sottolineare e considerare se rapportata al pesante attacco speculativo sui titoli di Stato italiani e la conseguente grave congiuntura che a più riprese investirà il nostro Paese e un po’ tutta l’Europa nel prossimo triennio 2012-2014.
L’Italia però, non china la testa. Anzi, l’Italia sembra desta! Sarà una sensazione? Sarà solo segno di buon auspicio? Oppure, il nostro Paese alza lo sguardo, forte di una tradizione che vede secoli di affinamento delle competenze degli agricoltori, dei metodi produttivi, delle pratiche agricole e zootecniche procedere di pari passo con le scelte dell’industria alimentare e del sistema commerciale di distribuzione? Guardiamo i fatti e sgomberiamo il campo da dubbi di sorta: in Lombardia, regione più sviluppata e abitata d’Italia, sono ben 60mila le aziende agricole che coltivano ogni genere di prodotto con tecnologie innovative e ben 80mila le imprese alimentari che producono ed esportano in tutto il mondo.
Questa realtà, ben lo conoscono e l’hanno saputa raccontare i relatori convenuti all’Auditorium Gaber. Tra di loro, in particolare, Daniele Marconcini, quando nel suo appassionato e applaudito intervento, ha posto l’accento sull’apporto che i vari popoli, in termini di valorizzazione delle culture e delle identità nazionali, hanno dato all’Umanità intera. Un valore che oggi, nell’era della tanto reclamizzata globalizzazione, potrebbe andare disperso o sacrificato. Lo scenario che in questo contesto si apre davanti a noi, allora è quello di un progetto: una nuova “Casa degli italiani all’estero” che nella tradizione ispiratrice della “Mostra degli italiani all’estero”, voluta dagli emigrati italiani in occasione delle Esposizione del 1892 (Colombia/Bogotà), del 1898 (Francia/Parigi) e del 1906 (Italia/Milano), possa ancora una volta rappresentare in maniera statisticamente dettagliata e visceralmente narrata, il naturale continuum di questa importante tradizione anche per Expo-Milano 2015. Il “luogo del lavoro e dell’ingegno italiano” che raccolga tutto il meglio in termini di esperienza, capacità, stimolo e concretezza che i nostri connazionali, ciascuno nelle proprie specificità, hanno saputo interpretare, insegnare e diffondere in tutti i Paesi del mondo.
Gli italiani nel mondo Ambasciatori di Expo 2015. Una boutade? Chiunque di noi, con un po’ di raziocinio, non può pensare che questo rappresenti un semplicistico e forse scontato slogan, bensì soffermarsi a riflettere sul fatto che la nostra vasta comunità conta ben 80mln di connazionali sparsi per il mondo. Insomma, non c’è un Paese al mondo in cui si possa senza ombra di dubbio asserire che lì – non ci sono italiani! – e questa certezza, ancor più trova ragione quando affonda le radici nella globale comunità degli italiani sparsi nel mondo, ossia “l’Italianicità” come – marchio di fabbrica – che oltre agli italiani abbraccia i loro discendenti e tutti quelli che sono entrati a far parte dell’italian-style e che . udite, udite, raggiungono la considerevole cifra di ben 250mln nel mondo!
Una risorsa irrinunciabile anche per il successo dell’Esposizione e non solo. Allora, che fare? In primis, attraverso un programma mirato, coinvolgere le corrispondenti associazioni italiane all’estero per costruire un grande progetto culturale in grado di contribuire al successo di Expo 2015 in termini di valore aggiunto. In seconda battuta, ma non per questo meno importante, è proprio il Dettato di Expo che viene in soccorso di questa opportunità di valori se solo per un attimo si considera che in Italia è presente quasi il 60% del patrimonio mondiale culturale. La cultura è poi legata a doppio filo con il mondo dell’alimentazione che della cultura è parte integrante e sostanziale.
Un esempio di ciò: la Dieta Mediterranea, fiore all’occhiello d’Italia che l’Unesco considera imprescindibile Patrimonio dell’Umanità, al pari del Colosseo e altri focus dell’italica terra, non più confinata solo a popolo di santi, poeti e navigatori, semmai patria aperta a territorio di risorse e ciò non per quello che possiede bensì per – gli uomini giusti che la abitano o vi hanno vissuto e per la loro cultura – autentica ricchezza di una Nazione.
Tra i vari interventi, da sottolineare anche quello di Attilio Lombardi che ha parlato del progetto – Giovani per Expo: volontariato e professionalità al servizio di Expo 2015. Progetto che si colloca nella scia delle iniziative di valorizzazione dell’Esposizione Universale di Milano-2015 attraverso la speculare valorizzazione del capitale umano, rappresentato dal mondo del volontariato, linfa vitale di quel terzo settore in costante crescita, perno del welfare-society. Altrettanto pertinenti in tema di Expo 2015, le argomentazioni di Giampiero Comolli che nel suo intervento – UnPo per ExPO – ha invece tracciato un disegno lineare e leggibile della “food valley padana” per Expo 2015 con le sue peculiarità fatte di eccellenze produttive, storiche, culturali, artistiche, ambientali, culinarie, ricettive e attrattive: 1000 Comuni lungo 652km (il bacino del fiume Po) alimentati da 141 affluenti, 4 regioni, 17mln di persone a rappresentare il 40% del Plv nazionale; il 37% dell’industria nazionale; il 60% di tutta la zootecnica nazionale; il 35% della produzione agricola totale nazionale, il 50% della Plv agricola e il 40% della Pvl alimentare.