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Una Notte da emigranti di Renato Zilio

La battaglia, veramente, era già cominciata qualche sera prima. In casa di Giuseppe e Rita con padre Pietro si preparavano segretamente i piani e l’ordine di battaglia: prosciutto crudo, ravioli, lenticchie e cotechino, filetto di manzo, verdure assortite, dolci e spumante a volontà… insomma un menù con i fiocchi, ma il tutto a un prezzo politico.

È l’ultimo dell’anno al Centro Scalabrini di Londra. Non è in un hotel di prima-classe, ha un senso differente e forse ancora più bello: lo spirito di famiglia. Ed è vivere, così, gli ultimi e i primissimi istanti di un anno come un’unica e grande famiglia italiana, dove ritrovare imbarcati insieme nell’arca di Noè veneti, campani, emiliani, calabresi, pugliesi e siciliani. Infatti, già alle otto di sera vedi arrivare a passo svelto un centinaio di uomini con in più donne e bambini, tra i primi i Baldanza: ”Noi ci siamo sempre!” salutano pronti all’appello.

Lo ricordava al telefono anche Giuseppe, prenotando all’ultimo momento: “Come va?! No, non sto bene, ma vengo lo stesso per stare in compagnia. I dolori bisogna sopportarli e la compagnia fa meglio delle pastiglie!” Verissimo. C’è anche Pino e Angelo, soli ormai, tutti e due hanno perso la loro Maria.

Dal primo pomeriggio i preparativi vanno al galoppo: Giuseppe e Bruno sono attivi di guardia in trincea, cioè in cucina, mentre Marcello ripassa i suoi strumenti, perchè la musica è un ingrediente essenziale al morale della truppa. Eugenio, intanto, in elegante divisa nera da generale lucida gli ultimi calici di cristallo, prima dell’attacco. Tutti emigranti al servizio di altri emigranti.

È una vera soddisfazione – confessa  il musicista – dopo tante prove poter  passare al vivo… e guardare attorno girare la gente tra liscio, tango e chachacha!” Gli sembrerà di essere il mago Silvan, che fa sparire e apparire le cose, in questo caso si  tratta del buonumore, dell’allegria e la voglia di stare assieme tra “vieux combattents” sul fronte dell’emigra-zione. E senti proferire, intanto, da qualcuno l’antica saggezza: “I nostri dottori sono sempre due: la gamba destra e la gamba sinistra!” Esatto, camminare, muoversi è da sempre vitale, healthy… immaginarsi, poi, a suon di musica!

Il giovane drappello dei servers ai tavoli bianchi di lino con Giuliana, Katia e Lina incalza a ritmo, mentre le ore avanzano svelte… A un certo punto scoppia il grido di vittoria: Happy new year! Il 2009 è stato decisamente sconfitto, non se ne parlerà più. Sarà bello, infine, sentire sul piede di partenza Silvana e Stella, due giovani trentenni, commentare convinte: “Fantastic! semplice e ben curato sia il cibo che la musica, ma l’importante era lo spirito scalabriniano!” Sì, volevano dire lo spirito di famiglia. Qui al Centro lo si coltiva da sempre come un vero tesoro. Allora, per questo auguri a tutti e vita lunga! God bless.

Renato Zilio, missionario a Londra