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Venerdì 3 dicembre 2010 presentazione del libro San Giacomo della Marca compatrono di Mantova, a cura del prof. Rodolfo Signorini

Venerdì 3 dicembre 2010, a Mantova, presso la biblioteca del convento di S. Francesco, si terrà la presentazione del libro San Giacomo della Marca compatrono di Mantova, a cura del prof. Rodolfo Signorini. Il programma

San Giacomo il compatrono dimenticato

Di PAOLA CORTESE

Siamo nel 1459 quando Domenico Gangala, futuro san Giacomo della Marca, ex avvocato entrato nell’Ordine dei Frati Minori, approda a Mantova, col saio francescano per volontà del pontefice Pio II che gli chiede di partecipare alla Dieta e di raccogliere uomini e denaro per fermare l’avanzata dei Turchi in occidente. Ma chi poteva immaginare che quest’uomo, poi beato quindi santo, potesse affiancare Sant’Anselmo in qualità di patrono di Mantova? Oggi sono rimasti in pochissimi a sapere che San Giacomo della Marca è il compatrono della città.
E che il suo culto viene celebrato il 28 novembre, domani. Grazie al volume San Giacomo della Marca. Compatrono di Mantova di Rodolfo Signorini, edito da Tre Lune, si potrà conoscerne la storia e rinverdirne la devozione scemata nell’800. «San Giacomo predicò di certo a Mantova e compì miracoli – spiega Rodolfo Signorini, studioso di storia e storia dell’arte mantovana -. Tra quelli più noti vi è quello di aver fermato la piena del Po a Revere facendo pregare i contadini lungo gli argini. Ma quel che più lo lega a Mantova è senza dubbio la strenua difesa della reliquia del sangue di Cristo, rischiando persino di mettersi in odore di eresia e contrastando l’opinione dei domenicani, secondo i quali «Gesù, con la Resurrezione non lasciò in terra tracce delle sue spoglie mortali. I Sacri vasi dunque non contenevano nulla». Questo fatto, accaduto durante una predicazione a Brescia, lo fece molto benvolere dai Gonzaga, tanto legati alla reliquia del Preziosissimo Sangue di Cristo portata a Mantova da San Longino dai piedi del Golgota.

San Giacomo della Marca nacque alla fine del 1300 a Monteprandone, provincia di Ascoli Piceno, zona molto influenzata dalla spiritualità francescana. Quando lasciò l’avvocatura era in Toscana, notaio nella segreteria comunale di Firenze e, nel 1416, entrò nell’Ordine dei Frati Minori, allievo di Bernardino da Siena. Abile predicatore, il suo ordine lo impiegò in Bosnia, Austria e Boemia. A lui si deve la fondazione di conventi, basiliche, biblioteche, pozzi e cisterne pubbliche. All’impegno religioso, là dove si fermava a predicare, univa l’impegno civile trovando tempo per scrivere una ventina di libri. «Morì a Napoli nel 1476, dove fu sepolto; nel 2001 il corpo è stato traslato nel Santuario di Santa Maria delle Grazie a Monteprandone – spiega Signorini -. E’ stato proclamato santo nel 700. Nella chiesa di San Francesco a Mantova, nel cui convento alloggiava, gli era stata dedicata la 1ª cappella a destra, passata poi al culto di San Giuseppe».

Queste e tante altre storie sulla vita del compatrono saranno, almeno in parte, svelate il 3 dicembre alle 16.30, nella biblioteca del convento francescano durante la presentazione del libro cui prenderanno parte l’autore, l’editore Luciano Parenti e il padre guardiano del santuario di Monteprandone frate Marco Buccolini.